Jonathan Rea, 6 fenomenale!

Novantanove vittorie! Si è fermata a un solo passo dal traguardo la trionfale cavalcata di Jonathan Rea verso quota cento. Non stiamo parlando di pensione, tema tanto caro agli italiani (almeno fino a quando non è arrivata la pandemia a stravolgere le priorità), bensì del numero di vittorie del “Cannibale” in Superbike, il campionato delle cosiddette derivate di serie. E ad aggiudicarsi il titolo 2020, per la sesta volta consecutiva, è stato il fenomenale pilota nord irlandese. Jonathan, 34 anni, non ha mai fallito l’obiettivo da quando guida la Kawasaki, cioè dal 2015. Da allora sei titoli iridati, uno in fila all’altro. Un record condito da 84 vittorie, a cui vanno aggiunte le 15 che aveva ottenuto quando guidava la Honda. La carriera del fenomeno è racchiusa nei numeri: oltre ai sei titoli Mondiali e ai 99 successi, ha conquistato 185 podi in 304 gare, per un totale di 4346,5 punti, a cui vanno aggiunti 78 giri veloci in gara e 27 super pole. Relativamente al 2020, con il calendario falcidiato dal Covid, Rea è salito undici volte sul gradino più alto del podio e altre sei su quelli più bassi.

Ha vinto il Mondiale 2020 con 55 punti di vantaggio (360 a 305) sul suo avversario più diretto, l’inglese della Ducati Scott Redding. Il 45, reduce dal successo nel Campionato Superbike inglese 2019, ha tenuto testa all’alfiere della Kawasaki fino a metà campionato, per poi alzare bandiera bianca. Come prima di lui avevano fatto negli anni precedenti i vari Tom Sykes, Chaz Davies e Alvaro Bautista, solo per citarne alcuni. Redding ha vinto cinque gran premi ed è salito 13 volte sul podio: un bottino tutto sommato dignitoso, ma che non gli è stato sufficiente per spodestare il re dal trono iridato. Il podio del Mondiale è stato completato da un altro britannico, Chaz Davies (273 punti), anche lui in sella alla Ducati Aruba del team ufficiale. Chaz ha vinto due gare, una in meno del giovane turco Toprak Razgatlioglu (228 punti), all’esordio su una Yamaha. Dopo un avvio scoppiettante, Toprak ha avuto una flessione ed è rimasto a digiuno di vittorie fino al week-end conclusivo, corso in Portogallo. In totale ha vinto tre gare e messo insieme nove podi.

Il suo compagno di squadra, l’olandese Michael Van der Mark (223 punti), ha vinto un solo GP e conquistato otto podi. Una vittoria a testa per Sam Lowes (189 punti) su Kawasaki e per il sorprendente italiano Michael Ruben Rinaldi (186), che grazie agli ottimi risultati nella squadra satellite Ducati Go Eleven si è portato a casa il titolo di campione del mondo tra i team privati e un contratto con la Ducati Aruba per il 2022. Annata positiva anche per Loris Baz (142 punti e quattro podi) del Ten Kate Racing Yamaha e per Garrett Gerloff (103 punti con tre podi) del GRT Yamaha Junior Team. Un solo podio per Alvaro Bautista (113 punti), all’esordio con Honda Hrc. Stagione in chiaroscuro per l’italiano Federico Caricasulo, compagno di Gerloff: il rookie ha chiuso 14° nel Mondiale con un 9° posto in gara come miglior risultato. In questo 2021 è tornato in Supersport 600, di cui è stato vicecampione nel 2019: correrà, sempre su Yamaha, nel team GMT94 insieme al francese Jules Cluzel. Nel campionato costruttori, infine, la Kawasaki ha beffato la Ducati per un solo punto. Ora riflettori puntati sul campionato 2021, ormai alle porte. L’obiettivo di John è conquistare il settimo allora, ma la concorrenza è ancora più agguerrita.

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