Jonathan Rea, 104 vittorie e sei Mondiali… senza avere la patente

In questi giorni è circolata una notizia che ha davvero dell’incredibile. Leggendola, qualcuno avrà pensato che si trattasse di uno scherzo. O di una bufala, per dirla in gergo giornalistico. Oppure che fosse stata pubblicata da uno di quei siti, il più noto dei quali è “Lercio”, che diffondono burle per strappare un sorriso ai lettori. La notizia in questione è che Jonathan Rea ha conseguito la licenza per guidare la moto da strada. Alcuni giorni fa, l’irlandese ha infatti superato l’esame “pratico” e si è finalmente messo in tasca quella che in Italia chiamiamo patente A, che consente ai maggiorenni di circolare per le strade cittadine con mezzi motorizzati a due ruote. Avete letto bene: il sei volte campione del mondo della Superbike, 34 anni, non aveva la patente per guidare la moto!

CRESCIUTO A LATTE E BENZINA, EPPURE… Per quei pochi che non lo sapessero, stiamo parlando di uno dei piloti più forti del mondo, nonché più titolati della storia. Ha vinto oltre cento Gran Premi del campionato del mondo riservato alle derivate di serie, categoria nella quale sta frantumando record su record. Leggendo la sua autobiografia, che nella versione italiana si intitola “In testa” ed è stata pubblicata un paio di anni fa, si scopre che Jonathan ha cominciato ad andare in moto ancora prima di iniziare a camminare. Del resto quasi tutte le carriere dei piloti che oggi ammiriamo sui circuiti di tutto il mondo hanno avuto una genesi simile: minimoto a tre, quattro o al massimo cinque anni, moto “con le ruote alte” poco dopo i dieci anni, e poi in pista nei vari campionati nazionali o internazionali già a 15-16 anni. Il curriculum di Rea non fa difetto: anche lui ha inforcato una moto quando era poco più di un bambino dell’asilo. È cresciuto a latte misto a benzina.

“HO FATTO DEGLI ERRORI” – Eppure questo formidabile campione, che da quasi 20 anni corre in pista sul filo dei 300 chilometri all’ora, “danzando” sui cordoli e facendo a carenate con gli avversari, non poteva guidare la moto per strada. Ad annunciare il conseguimento della patente è stato lo stesso Rea su uno dei suoi profili social ufficiali. L’irlandese, che nel frattempo sta facendo da coach al figlio, ha rivelato di aver sostenuto l’esame con una certa apprensione e, durante la prova pratica, di essere stato tutt’altro che impeccabile: “Ho commesso dei piccoli errori, ma era prevedibile“, ha candidamente ammesso.

I PRECEDENTI – Ma Rea non è l’unico campione ad aver conseguito la patente per guidare la moto in età non proprio “verde”. Anche Marc Marquez e Jorge Lorenzo l’hanno presa decisamente tardi. Il giorno in cui hanno deciso di sostenere l’esame, i due spagnoli avevano già un bel po’ di titoli mondiali in bacheca. Anche Danilo Petrucci l’ha conseguita appena due anni fa, alla soglia dei trenta. E c’è qualcuno, tra i piloti professionisti, che la patente della moto non ce l’ha nemmeno. Del resto guidare per le vie di una città è molto più pericoloso che farlo in un autodromo. A riguardo tempo fa Valentino Rossi disse: “In pista si va tutti nella stessa direzione, in strada no”.

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