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Lo sceriffo Marquez invincibile in Texas

Le pagelle del Gran Premio delle Americhe: vince Marquez, ma festeggia anche Quartararo. Cresce il Dovi, Valentino vivacchia, Nakagami fa harakiri.

MARQUEZ 10 – Ad Austin lo faranno cittadino onorario. Sui saliscendi del Texas il cowboy è invincibile. Su certe piste non lo abbatti nemmeno con le cannonate. Nemmeno se corre con un braccio e mezzo. Lo sceriffo di Cervera si mette in luce in prova ma è in gara che confeziona il suo capolavoro. Partenza da urlo, ritmo forsennato e gestione nel finale. I rivali sono avvisati: Marc è tornato. Nel 2022 sarà una bega per tutti.

QUARTARARO 8,5 – Chi si accontenta gode, e Fabio sta godendo tanto. Del resto il francese, che nelle categorie minori aveva vinto un solo Gran Premio, non ha le stimmate del cannibale. Sa che si può vincere un Mondiale anche gestendo la situazione. Non è uno scandalo, e ne sa qualcosa Joan Mir, che nel 2020 si è laureato campione grazie ai piazzamenti. Ad Austin Fabio festeggia il secondo posto dietro a MM esultando come se avesse vinto. E in effetti è (quasi) così. Tra 20 giorni a Misano, a casa dell’unico rivale matematicamente ancora in corsa per il titolo, ha il primo match-point iridato.

DOVIZIOSO 7 – Il Dovi c’è. Tra Misano e il Cota ci sono stati progressi evidenti per il pilota di Forlì, sempre più a suo agio sulla Yamaha satellite. La moto è vecchia di due anni, ma lui inizia a farla girare bene e forte. Per poco non accede direttamente alla Q2 e anche in gara dà sfoggio della sua bravura. Ha rischiato a rientrare nel circus con un cavallo arrugginito, eppure il cronometro comincia a dargli ragione. E tra un mese e mezzo cavalcherà la Yamaha ufficiale. Resisti Dovi!

BAGNAIA 6,5 – Ha firmato una pole stellare, ma in gara non è andato oltre il terzo posto, dietro a Quartararo. Un podio in MotoGP non è mai da buttare, ma leggendo la classifica, per Pecco la trasferta a stelle e strisce non è stata proprio positiva. Il torinese sta per gettare la spugna, ma lotterà finché l’aritmetica glielo consentirà. Poi si potrà concentrare sul 2022, che lo vedrà ancora tra i favoriti all’iride.

NAKAGAMI 5 – Jappo all you can eat: il samurai si mangia l’ennesima grande occasione. L’uomo delle opportunità mancate si butta via anche in Texas, gettando alle ortiche un possibile podio e confermando di essere l’imperatore degli harakiri. Veloce per tutto il week-end, al via parte come una fionda ma nel giro di qualche curva è già nella ghiaia. Dall’altare alla polvere. Tornato in sella, gira più forte di Marquez, inutilmente.

ROSSI 5 – Il Dottore ha ormai riposto gli attrezzi del mestiere in un cassetto e appeso lo stetoscopio al chiodo. Si impegna il giusto, senza strafare e senza correre troppi rischi. Ormai non ne vale più la pena, visto che al capolinea mancano solo tre fermate. Solita partenza al rallentatore dopo qualifiche in ultima fila. Recupera qualche posizione grazie alle disgrazie altrui e a un paio di sorpassi. Senza infamia e senza lode. Alla fine mette in cascina un punticino e nel dopo gara ne parla come fosse una vittoria. La sua moto dovrebbe essere ufficiale ma a guardare come viene sverniciata in rettilineo viene qualche dubbio. E lui ammette: “Non siamo più nei piani Yamaha”.

A. ESPARGARO 4 – Cinque cadute in tre giorni sono quasi un record. Aleix incappa nel primo week-end negativo della stagione e torna dagli States senza punti e con il morale basso. L’involuzione è stata evidente, ma è impossibile stabilire se sia dovuta alla moto o al pilota, visto che il compagno Maverick Vinales ha (giustamente) scelto di non correre perché turbato dalla scomparsa del cuginetto Dean Berta. A Misano, dove l’Aprilia 20 giorni fa è andata molto forte, ne sapremo di più.

ORDINE D’ARRIVO

Marc Marquez – Repsol Honda Team – Honda – 41’41.435
Fabio Quartararo – Monster Energy Yamaha MotoGP – Yamaha – +4.679
Francesco Bagnaia – Ducati Lenovo Team – Ducati – +8.547

Top Independent Team rider
Jorge Martin – Pramac Racing – Ducati – +11.752

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