Fangio doppia tutti

Fangio, QUARTA PUNTATA

Le stradine del Principato battezzano il debutto della Ferrari nel Campionato del Mondo di F.1: corre il 21 maggio 1950 ed è l’inizio di un’epopea che continua ancora oggi. Come otto giorni prima in Inghilterra, anche in Costa Azzurra, sede del secondo round stagionale, domina l’Alfa Romeo, che centra un fantastico “grand chelem” (pole, giro più veloce, vittoria e primo posto dalla partenza all’arrivo) con Juan Manuel Fangio, che doppia tutti, si riscatta dello zero del GP precedente e raggiunge il compagno in vetta alla classifica iridata.

CARAMBOLA AL VIA – Nonostante l’abissale vantaggio tecnico, la Casa italiana non sorride, perché gli eroi di Silverstone, Farina e Fagioli, sono vittime di incidenti e non concludono la gara. Stessa sorte per altri otto piloti, costretti al ritiro in seguito a una spettacolare carambola innescata al primo giro (sui 100 previsti) proprio da Farina, che si gira su una pozza d’acqua di mare portata dal forte vento e si mette di traverso in mezzo alla pista. Le auto che sopraggiungono non riescono a evitare l’Alfetta dell’italiano e si schiantano alla curva del Tabaccaio. Dieci monoposto (su 19) sono già fuori gioco; alcune prendono fuoco. Ne approfittano l’argentino volante e l’esordiente Ferrari di Alberto Ascari.

IL DEBUTTO DELLA COOPER – A ruota due Maserati, quelle di Chiron e Bira, con in mezzo la Talbot-Lago di Sommer. Un pauroso incidente si era verificato anche durante le prove del sabato e aveva visto protagonista Alfredo Piàn, che con l’auto del tridente era scivolato su una macchia d’olio sbattendo con violenza contro i guard-rail e fratturandosi una caviglia, episodio che mise fine alla sua carriera. Il GP di Monaco passerà agli annali anche per il debutto della Cooper, guidata dallo statunitense Harry Schell, a motore posteriore, e per quello del promettente argentino José Froilan Gonzàlez, che l’anno successivo salterà sulla Ferrari e le farà vincere il primo GP della sua storia. In griglia anche la Simca-Gordini.

IL GP PIU’ LENTO DELLA STORIA – La scuderia di Maranello si presenta a Montecarlo, oltre che con Alberto Ascari, anche con Luigi Villoresi (si ritira con la trasmissione ko al 63° giro mentre sta rimontando su Fangio), chiamati a domare il 12 cilindri (quattro in più rispetto all’Alfa Romeo) della 125 S, monoposto costruita due anni prima e già impiegata nel Gran Premio di Torino nel 1948. Una curiosità: quello di Monaco 1950 è il GP più lento della storia, con una media oraria di poco superiore ai 98 chilometri.

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