Alfa e Farina, il bello dei debuttanti

TERZA PUNTATA

La data del 13 maggio 1950 è una delle più importanti nella storia del motorismo. In Inghilterra, infatti, sul circuito di Silverstone, si corre il primo Gran Premio di F.1 valevole per il campionato del mondo. Fino ad allora si erano disputate centinaia di gare (la prima agli albori del secolo – nel 1906 – in Francia, l’ultima qualche settimana prima a Parigi, con la vittoria di Georges Grignand), ma è solo nel 1949 che la Federazione Internazionale dell’Automobile decise di concepire un Mondiale che “mettesse ordine” alle tante manifestazioni motoristiche su quattro ruote organizzate un po’ ovunque, soprattutto in Europa.

La pista prescelta per bagnare l’esordio è quella di Silverstone: la gara, sulla distanza di 300 chilometri (70 giri) da coprire nel tempo massimo di tre ore, riceve il benestare dei reali d’Inghilterra (Re Giorgio VI, la Regina Elisabetta, la principessa Margaret, Earl e Lady Mountbatten), che prima del via si intrattengono con i piloti ed effettuano successivamente un giro d’onore tra due ali di folla impazzita. Poche le Case automobilistiche presenti a questa prima tappa del campionato: la Seconda Guerra Mondiale, infatti, ha messo in ginocchio le principali industrie e costretto Mercedes e Auto Union, dominatrici negli anni Trenta e Quaranta, a dare forfait.

Nemmeno la Ferrari è della partita (in 70 anni succederà solo altre 25 volte), ma a Maranello già si lavora per debuttare nella tappa successiva di Montecarlo. Assente la Rossa, ci pensa un’altra Casa italiana a fare la parte del leone in terra britannica: l’Alfa Romeo domina prove (quattro monoposto in prima fila) e gara, piazzando tre vetture in cima alla classifica. Dopo aver ottenuto la pole position e il giro più veloce in gara, Nino Farina taglia il traguardo per primo (su 21 piloti al via) lasciandosi alle spalle i compagni di scuderia Luigi Fagioli e Reg Parnell.

Sfortunato Juan Manuel Fangio, l’altro ufficiale Alfa, costretto al ritiro per un guasto meccanico. L’argentino avrà modo di rifarsi nei Gran Premi (e negli anni) a venire. Primo degli “altri” è Yves Giraud Cabantous su Talbot-Lago, che sul traguardo precede l’altra Talbot di Louis Rosier. Fuori gioco la Maserati, presente con sei vetture. Al via anche due scuderie inglesi, Era e Alta, e la meteora Taso Mathieson, che firma la prima e unica gara della sua (brevissima) storia. Lo schiacciante dominio delle 158 Alfetta (costruite nel 1938), dotate di compressore volumetrico e limitate a 1500 centimetri cubici di cilindrata, sarà il filo conduttore di tutta la stagione.

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