La scuola turca: da Kenan “il barbaro” a Toprak, neo campione Superbike

In principio fu Kenan. Poi sono arrivati i gemelli Oncu, Toprak Razgatliuoglu e, in ultimo, Bahattin Sofuoglu. Perché buon sangue non mente. Il nipote di Kenan Sofuoglu, cinque volte campione del mondo della Supersport, è solo l’ultimo “alunno” di quella che a tutti gli effetti si può definire la scuola turca. Una classe di aspiranti campioni, con Kenan a fare letteralmente da maestro. E se Bahattin deve ancora dimostrare tutto il suo valore (finora quattro vittorie e otto podi nel Mondiale Supersport 300: se il buon giorno si vede dal mattino…), i gemelli Can e Deniz Oncu si sono già ritagliati la loro fetta di gloria nel Motomondiale. Can ha vinto nel 2018 a Valencia all’esordio in Moto3, sbriciolando il record di precocità che, probabilmente, è destinato a durare per sempre. Deniz, da parte sua, ha già nel curriculum tre podi e una pole, tutti conquistati quest’anno nella cilindrata minore. Fin qui i baby 2003, ma la truppa turca ha tra le punte di diamante un neo campione del mondo della Superbike. Stiamo naturalmente parlando di Toprak Razgatlioglu, che domenica mattina in Indonesia ha interrotto il dominio di Jonathan Rea, che durava da sei stagioni consecutive.

SUL FILO DELL’EQUILIBRIO – Dopo l’annullamento della Superpole race a causa di un violento acquazzone che ha costretto gli organizzatori a far slittare gara-1 alla domenica mattina, a Toprak bastava arrivare secondo per vincere aritmeticamente il titolo. E così è stato. Il nordirlandese, che si è presentato a Mandalika con 30 punti da recuperare sul rivale, ha fatto appieno il suo dovere, trionfando in entrambe le manche. Ma il numero 54, che in gara-1 non si è accontentato di gestire ma ha attaccato come se fosse lui a dover recuperare il gap, ha messo nel taschino un secondo e un quarto posto che gli sono stati sufficienti per conquistare il suo primo Mondiale nel campionato delle derivate di serie. Alla fine, i due acerrimi rivali hanno chiuso la classifica separati da appena 13 punti: 564 a 551. Anche Scott Redding, che ha salutato la Ducati dopo due anni di alti (tanti) e bassi (pochi), ha oltrepassato quota 500 punti. Un Mondiale davvero equilibrato quello a cui abbiamo assistito. Uno dei più belli della storia.

STACCARE ALLA TOPRAK – Toprak, mister staccatore, ha così posto fine a una striscia di sei Mondiale di fila di Rea, che alla fine di gara-2 ha reso onore al nemico appiccicando sul cupolino della sua Kawasaki il numero 65. Nel 2022 andrà a caccia del settimo titolo con il numero che lo ha accompagnato fino alla vigilia della prima iride, cioè nel 2015. Nella piovosa Mandalika c’è stato l’addio di alcuni protagonisti degli ultimi dieci anni. Dalla prossima stagione non vedremo più in pista Chaz Davies, cha ha salutato la carovana con un ottavo e un 12° posto. Per l’inglese la carriera in Superbike si è chiusa con 32 successi e 99 podi. E’ stato per tre volte vicecampione del mondo. Si congeda dal Mondiale delle derivate anche Tom Sykes, 10° e 5° nelle due corse indonesiane. Il britannico, campione nel 2013, se ne va con 34 vittorie e 114 podi. Per lui le opzioni sono il MotoAmerica e il British Superbike.

Restano nel circus ma cambieranno team Scott Redding e Alvaro Bautista. L’inglese, che nel biennio Ducati ha conquistato 12 successi e 36 podi, andrà in BMW e consegnerà la Rossa nelle sapienti mani dello spagnolo, che la guidò nel 2019. L’esperienza in Rosso di Scott può considerarsi positiva, ma altrettanto non si può dire per quella in Honda di Alvaro. Nei due anni con la giapponese, il numero 19 è salito sul podio solo in tre occasioni. Per lui il bicchiere è mezzo vuoto.

RINALDI VALE “MEZZO” TOPRAK? – Da rivedere, invece, Michael Ruben Rinaldi, quinto nel Mondiale con la metà esatta dei punti del leader Razgatlioglu: 282 contro 564. Il romagnolo è arrivato quinto in classifica alle spalle di Andrea Locatelli, che ha vinto il titolo di miglior rookie con la Yamaha ufficiale, contribuendo alla conquista del titolo marche della Casa di Iwata. Stagione da incorniciare per il rookie Axel Bassani, alla guida di una Ducati del team Motocorsa. Il veneto ha fatto i miracoli con una moto “privatissima”.

ORDINE D’ARRIVO GARA-1 – 1. Rea, 2. Razgatliouglu, 3. Redding, 4. Locatelli, 5. Bassani, 6. Van der Mark, 7. Bautista, 8. Davies, 9. Mercado, 10. Syker, 11. Gerloff, 12. Rinaldi, 13. Vinales, 14. Cavalieri, 15. Nozane.

ORDINE D’ARRIVO GARA-2 – 1. Rea, 2. Redding, Van der Mark, 4. Razgatlioglu, 5. Sykes, 6. Gerloff, 7. Nozane, 8. Locatelli, 9. Vinales, 10. Bautista, 11. Ponsson, 12. Davies, 13. Rabat, 14. Cavalieri.

CLASSIFICA FINALE DEL MONDIALE PILOTI – Razgatlioglu 564, Rea 551, Redding 501, Locatelli 291, Rinaldi 282, Van der Mark 262, Gerloff 228, Lowes 213, Bassani 210.

CLASSIFICA FINALE DEL MONDIALE MARCHE – Yamaha 607, Ducati 594, Kawasaki 570, BMW 315, Honda 250.

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