Stoner: “Rossi si è creato nemici di cui non aveva bisogno”

Stoner: un cognome che fa ancora brillare gli occhi a ogni ducatista. A Borgo Panigale l’australiano è venerato come un Dio. E’ stato il primo e unico a vincere un Mondiale MotoGP in sella alla Rossa. Era il 2007, l’anno in cui scoppiò la rivalità con Valentino Rossi. Una rivalità che ha dato vita a scontri epici, proseguiti fino al ritiro di Casey dall’attività agonistica, a soli 27 anni. Il 27 ha parlato del 46 nel documentario “RiVale”, prodotto da Dazn. Un racconto a 360 gradi, che ha toccato tanti episodi. Pubblichiamo l’intervista integrale del campione australiano.

“ALL’INIZIO ERA IL PIU’ FORTE, POI SIAMO ARRIVATI NOI” – “All’apice della carriera di Valentino sono stato uno dei suoi più grandi rivali. Abbiamo fatto delle gare davvero incredibili. E’ stato il miglior pilota dei suoi tempi, soprattutto all’inizio degli anni 2000. E’ stato in grado di fare cose che Biaggi, Gibernau, Capirossi, Checa non sono riusciti a fare. Era di un’altra categoria. Ma poi io, Jorge e Dani siamo arrivati in MotoGP e lui non era affatto superiore a noi. Valentino è sempre stato molto gentile con me, fino a quando non sono diventato un rivale”. Laguna Seca 2008 è uno dei GP passati alla storia per il celebre sorpasso del 46 al Cavatappi. “Senza dubbio Laguna Seca è stato un momento chiave ma, in realtà, ogni momento di quella stagione lo è stato – ha ricordato Stoner – Abbiamo entrambi messo testa e cuore nel campionato e abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Valentino ha cercato sempre di giocare con la mente. E quando cerchi di fare questi giochi mentali con persone con le quali non funzionano, ti stai solo creando un nemico in più. Lui ha fatto sì che io fossi visto come un suo nemico nel 2008, e da quel momento in poi non ho più voluto essere suo amico. Non avevo più nemmeno intenzione di giocare pulito”.

“GODEVO A VEDERLO IN DIFFICOLTA’ CON LA DUCATI” – Stoner, lingua veloce e tagliente, ha aggiunto: “Per tanti anni Valentino è stato dominante, ma penso che la nuova generazione di piloti, come ad esempio io, Jorge e Dani, abbia fatto un grande salto in avanti. Non è tanto il fatto che non eravamo impauriti da Valentino, quanto che non avevamo paura di nessuno”. Ed ecco il 2011, con il famigerato incidente a Jerez. Sotto la pioggia, Rossi, all’esordio con la Ducati, falciò Casey, passato alla Honda, e lo mise fuori gara. “Il 2010 è stato un momento difficile per me, perché era molto complicato correre contro uno come Lorenzo, un pilota che si sapeva che sarebbe stato un contendente per il Mondiale – è il ricordo del 27 – Per questo non puoi dargli 25 punti di vantaggio. E’ come se Valentino avesse ‘rubato’ il mio errore stagionale. Questo perché, durante una stagione, ogni pilota deve pensare di avere un solo errore all’anno a disposizione. E per battere Lorenzo dovevo batterlo in pista. Essere buttato fuori all’inizio dell’anno è stato un problema. Soprattutto da Valentino che, al tempo, ha avuto molto da ridire sulla mia Ducati, anche prima della fine del 2010 ha fatto molti commenti negativi sulla mia vecchia moto. Questo non ha ferito solo me, ma anche il mio team. Perché abbiamo fatto tutto il possibile per fare bene. Poi nel 2011 sono passato in Honda e la moto era sensazionale da guidare, soprattutto se paragonata alla Ducati. Non mentirò, godevo nel vedere Valentino soffrire a inizio 2011 con la Ducati. Aveva detto troppe cose su come sarebbe stato in grado di cambiare la Ducati in meglio. Quando in realtà stava solo peggiorando la moto. Quindi a Jerez, quando mi ha visto, è come se gli si fosse offuscata la mente. Ha visto l’opportunità di superarmi e probabilmente non si aspettava che frenassi così presto in quella curva. Così ha commesso un errore e mi ha fatto cadere. Tra tutti i piloti con i quali sarebbe potuto succedere, è stato proprio con Valentino. La prima cosa che ho pensato è stata che lui volesse causarmi un problema, ma alla fine è stato solo un errore da parte sua”.

“HA IMPEDITO CHE ANDASSI IN YAHAMA” – Stoner ha raccontato un episodio inedito della sua carriera: “Ho provato a essere compagno di squadra di Valentino. Ero vicinissimo a firmare per la Yamaha per due anni di fila. Provate a indovinare perché non è successo? Qualcuno in Yamaha ha fatto sì che io non corressi per loro. Ero deluso perché avrei voluto essere compagno di Rossi per poter imparare tanto da lui”. Le stoccate continuano: “Probabilmente il suo limite era quello di non fare un giro veloce con le sue forze. Era molto abile nel corpo a corpo, ma anche a rubare la scia per fare il giro veloce. Solo così riusciva a fare il giro veloce da solo. Se devo dire una debolezza di Valentino, direi che si è creato dei nemici di cui non aveva bisogno. Nel 2008 ha fatto sì che io diventassi un suo nemico e la stessa cosa ha fatto nel 2015 con Marquez”.

L’ELETTRONICA HA MORTIFICATO IL TALENTO – Stoner ha avuto anche parole buone per il rivale: “Adesso è tutto sotto il controllo dell’elettronica e non è più nelle mani del pilota. Se le moto fossero come prima, Valentino sarebbe ancora il più forte. Si può dire che sia stato il mio più grande rivale, ma se dovessi scegliere un rivale, direi Lorenzo o Pedrosa perché ho corso con loro in 125, 250 e MotoGP, abbiamo sempre duellato e fatto gli stessi salti di categoria. In realtà non ho mai pensato di poter duellare con lui. Quando ero un ragazzino sognavo di vincere e di essere un campione del mondo, poi mi sono scontrato con la realtà e ho realizzato che questo sogno era quasi impossibile, ma non ho smesso di lottare. Andavo avanti e cercavo un modo per competere con Valentino. Negli ultimi anni l’ho seguito ed ero convinto che potesse tornare a vincere, ma sfortunatamente nel mondo delle moto tutto va avanti. Valentino è bravissimo nella gestione di tutti i componenti della moto, ha una grande sensibilità nel polso destro, nella gestione del gas. Ora invece tutti gli elementi della moto sono gestiti dall’elettronica: con queste moto puoi aprire il gas a martello e tutto va secondo i piani. E’ cambiata la sensibilità. Ora il Motomondiale lo vincono gli ingegneri e non più i piloti e le loro sensazioni. Se fosse rimasto tutto com’era prima Valentino sarebbe ancora davanti. Personalmente non penso che Rossi sia stato il più grande della storia. Il più grande per me resta Mick Doohan. Possiamo dire che Valentino sia il migliore del suo periodo”.

Alla domanda su cosa direbbe oggi a Rossi, Stoner ha risposto: “Gli direi di godersi il prossimo capitolo della sua vita. Troppe persone pensano che questo sia il nostro unico mondo e che noi non possiamo farne a meno, ma in realtà possiamo, basta solo vedere le cose da una prospettiva diversa. Valentino in tre parole? Carismatico, spietato e astuto”.

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