Sprint race, perché sì e perché no

Dall’Austria alla Romagna: il circus del Motomondiale si è spostato di mille chilometri più a Sud ma a tenere banco è ancora la vicenda “sprint race”. La novità, rivoluzionaria e clamorosa, è stata ufficializzata a margine del GP che si è disputato la settimana scorsa al Red Bull Ring. Di che cosa si tratta? In pratica, dal 2023 verrà introdotta, nella giornata di sabato, una mini gara riservata unicamente alla classe regina del Motomondiale. Un GP a giri dimezzati rispetto a quello tradizionale della domenica, che assegnerà punti ai primi nove classificati. Come del resto già accade nella Superbike dal 2019. La griglia di partenza della sprint race (così come quella del Gran Premio della domenica) continuerà a essere decisa dalla Q1 e dalla Q2. Quindi la gara sprint non decreterà l’ordine di partenza del giorno dopo, come accade invece nelle derivate dalla serie (e anche in Formula 1). Si tratta, in soldoni, di una vera e propria gara a se stante, ma più corta e, quindi, più serrata e spettacolare. Almeno sulla carta, Da quando ne è stata data notizia, il paddock si è spaccato a metà: da una parte c’è chi ha accolto la cosa positivamente, dall’altra c’è chi l’ha digerita decisamente male. Vediamo i pro e i contro di una decisione che, da qualunque angolazione la si guardi, rivoluzionerà questo sport.

Perché sì

1) La sprint race del sabato darà vigore a una giornata tradizionalmente dedicata alle prove delle tre classi, quindi meno coinvolgente per il pubblico, a cui interessa soprattutto la bagarre delle gare. L’obiettivo è portare più spettatori in autodromo e più appassionati davanti alle Tv. E questo succederà sicuramente.

2) Più gare significa più battaglie, più sorpassi, più emozioni. Perché le corse sono il sale degli sport motoristici. E se i GP saranno più di 40 allora anche i duelli in pista raddoppieranno. Per la gioia degli spettatori.

3) Nelle gare corte la scelta delle gomme avrebbe meno peso. Nei GP “tradizionali” uno pneumatico sbagliato può condizionare pesantemente il risultato finale. Nella gara sprint, invece, si monterebbero gomme soft e veloci, perché si baderebbe meno alla loro usura, che oggigiorno rappresenta una variabile imprevedibile.

Perché no

1) Dal 2023 gli appuntamenti in calendario saranno 21, perché a quelli attuali si aggiungerà la Finlandia. Correre sia al sabato che alla domenica significa raddoppiare il numero dei Gran Premi, che toccherà quota 42! Un numero esorbitante, che inevitabilmente priverà le gare di quel fascino che un calendario più snello porta con sé. In passato si disputavano 14, massimo 16 Gran Premi a stagione. E l’attesa tra un appuntamento e l’altro creava un clima adrenalinico che già oggi non si respira più, perché il calendario è lungo e concentrato, e si corre quasi tutti i week-end.

2) Più gare uguale più rischi di incorrere in cadute. Un infortunio può costare un’intera stagione. E’ vero che ci si può far male anche in prova, ma in bagarre i rischi di incappare in qualche contatto sono superiori.

3) I piloti sono gli attori protagonisti di questo enorme palcoscenico che è la MotoGP. Ma nessuno è stato informato della novità prima che venisse resa pubblica. Non è giusto che non sia stato chiesto un parere ai piloti.

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