Nella terra dei tulipani
La pista di Assen è celebre in tutto il mondo ed è una delle più amate dai piloti. Vincere qui significa laurearsi all’università della moto. Con il massimo dei voti. A rendere questo circuito ancora più speciale il fatto che tra il 1949, anno d’esordio del Campionato del Mondo, e il 2019 si è sempre corso. Solo nel 2020, a causa della pandemia, il circuito olandese ha dovuto giocoforza prendersi un anno sabbatico. E così, l’edizione di questo week-end, sarà la numero 73 della storia. Un record nel Motomondiale. Il tracciato del “Dutch TT” fino al 1954 misurava la bellezza di 16 chilometri e mezzo, poi ridotti a poco più di sei a partire dal 1955 e fino al 1984. L’attuale layout è lungo circa quattro chilometri e mezzo. Dal 2016 anche in Olanda i Gran Premi si disputano alla domenica. Fino all’anno precedente, tradizione voleva che le prove si disputassero al giovedì e al venerdì e le gare al sabato.
Valentino, vittorie e polemiche
La corsa delle 500 del 1975 è l’unica della storia in top class che vide due vincitori a pari merito: Barry Sheene e Giacomo Agostini tagliarono la linea del traguardo senza che il cronometraggio dell’epoca riuscisse a stabilire il vincitore. Ciononostante, il successo fu attribuito a Sheene. Per Ago fu un’autentica beffa, considerando che un’eventuale vittoria gli avrebbe permesso di raggiungere Angel Nieto nel numero di affermazioni su questo circuito: 15 contro 14. Il re delle piccole cilindrate ha infatti spruzzato lo champagne dal gradino più nobile del podio per nove volte in 125 e sei in 50. Giacomo, invece, ha chiuso la carriera con un bilancio di sei successi in 500 e otto in 350. Al terzo posto della classifica dei plurivittoriosi ad Assen c’è Valentino Rossi, con dieci vittorie: otto in MotoGP, una in 250 e una in 125. Su questa pista il Dottore ha ottenuto l’ultimo successo (di 115) della sua infinita carriera. Era il 2017. Sempre qui incendiò le polemiche bruciando Marcquez nel 2015 con il celebre taglio di chicane prima del traguardo. Da lì in poi fra l’italiano e lo spagnolo fu guerra senza esclusioni di colpi. Nove successi a testa per Mike Hailwood e Jim Redman.
Pista Yamaha
L’ultimo hurrà della Yamaha risale all’anno scorso, quando a trionfare fu Fabio Quartararo, che regalò alla Casa giapponese l’11esima gioia nella terra dei tulipani. Fabio si è così aggiunto a Rossi, Jorge Lorenzo, Ben Spies e Maverick Vanales nell’elenco dei vincitori sulla moto di Iwata. L’ultima vittoria di una Honda risale al 2018 con Marc Marquez, che nell’occasione scattò anche dalla pole position. Fu la settima e ultima affermazione della Casa dell’ala, che aveva già assaporato il dolce gusto del successo con Rossi, Sete Gibernau, Nicky Hayden, Casey Stoner e Jack Miller. L’unica volta in cui la Ducati ha conquistato Assen è stato nel 2008 con il poleman Stoner. L’australiano è salito sul podio per quattro stagioni di fila, dal 2007 al 2010. Le altre top-3 della Rossa sono state timbrate da Andrea Dovizioso nel 2014, Scott Redding nel 2016 e Danilo Petrucci nel 2017. Solo un successo anche per la Suzuki, che trionfò nel 1993 con Kevin Schwantz all’epoca delle 500. Nell’era MotoGP il miglior risultato coincide con la piazza d’onore di Alex Rins nel 2018 e con il terzo posto di Joan Mir nel 2021. Per l’Aprilia, il best result è il settimo posto di Colin Edward nel 2003. Per la KTM, invece, coincide con il quinto di Miguel Oliveira l’anno scorso.
La manita di Doohan
L’ultimo a vincere ad Assen per due volte di fila è stato Rossi nel 2004 e nel 2005. In 500 Agostini e Doohan ci hanno trionfato per ben cinque volte consecutive. Quattro piloti olandesi hanno vinto nel circuito di casa: Paul Lodewijkx nella 500 cc nel 1968, Will Hartog in 500 nel 1977, Jack Middelburg in 500 nel 1980 e Hans Spaan in 125 nel 1989. La top-15 del 2018 fu una delle più “ristrette” nella storia della top class, con appena 16 secondi fra il vincitore Marquez e il 15° Dani Pedrosa. Il record è stato aggiornato l’anno scorso a Doha, in Qatar: il 15° ha tagliato il traguardo meno di nove secondi dopo il vincitore.