Leopard Racing, 30 e lode

Da alcuni anni, sulle piste del Mondiale, sfreccia una moto dai colori inconfondibili. E’ quasi tutta azzurra, con qualche tonalità di bianco e di nero. La si può riconoscere da distanza siderale: impossibile non associare quell’azzurro pastello ai colori del team Leopard Racing. La squadra con sede in Lussemburgo ma con anima italiana è in pista dal 2015: quello che sta disputando, quindi, è il settimo Mondiale della sua ancor giovane storia. Una storia che vale la pena raccontare. Lo facciamo adesso perché domenica ad Assen il team Leopard ha vinto, grazie al nostro Dennis Foggia, il 30° Gran Premio. Un risultato prestigioso, un traguardo raggiunto in appena sei anni e mezzo di vita, durante i quali sono già finiti in bacheca tre titoli piloti, tutti negli anni dispari: 2015, 2017 e 2019. E siamo nel 2021…

UN SOLO IMPERATIVO: VINCERE! Che cosa accomuna Denny Kent, Joan Mir, Enea Bastianini, Lorenzo Dalla Porta, Marcos Ramirez, Jaume Masia e Dennis Foggia? Tutti hanno vinto almeno un Gran Premio in Moto3 con Leopard. Curioso che in questo elenco non ci sia il nome di Fabio Quartararo, che nel 2016, quando era ancora molto giovane, disputò un’intera stagione con la squadra italo-lussemburghese. Tra i piloti, oggi top rider, che hanno guidato per Leopard ma che non sono riusciti a vincere nemmeno un GP figurano anche Miguel Oliveira e Andrea Locatelli, attuale ufficiale Yamaha in Superbike.

LE ORIGINI – La Leopard Racing nasce alla fine del 2014 da un’idea di Flavio Bacca, imprenditore e dirigente sportivo già fondatore di una squadra di calcio lussemburghese. Durante l’inverno viene allestita la formazione che, supportata dall’azienda che produce la bibita energetica, nel 2015 parteciperà al Mondiale della Moto3 con una Honda NSF250R. Per i piloti la scelta cade su Danny Kent, Efren Vazquez e Hiroki Ono. L’anno d’esordio si rivela un capolavoro: le Leopard sono tra le più velici in pista e, grazie all’esperto Kent, conquistano al debutto il titolo Mondiale. In totale la squadra mette insieme 14 podi (9 con Kent e 5 con Vazquez) e sei vittorie (tutte con il campione del mondo, che chiude la stagione con 260 punti), oltre a 4 pole position (sempre con Kent). Nel GP d’Australia l’infortunato Ono viene sostituito da Joan Mir, all’esordio assoluto nel Mondiale. Non riesce a terminare la gara ma si guadagna un posto nel team per l’anno successivo: nel 2016 prenderà proprio il posto del deludente giapponese (21° nel Mondiale con un 8° posto a Valencia come migliore risultato).

ZELTWEG RIVELA LA GRANDEZZA DI MIR – E siamo al 2016, stagione fondamentale per Leopard. Il team decide di sdoppiarsi e di lanciarsi nell’avventura in Moto2, promuovendo il neo campione del mondo Danni Kent. Sull’altra Kalex sale il portoghese Miguel Oliveira. Il britannico non ripete la straordinaria stagione dell’anno precedente e chiude il campionato al 22° posto con appena 35 punti. Il suo miglior risultato è il 6° posto al debutto in Qatar. Fa appena meglio di lui Oliveira, che racimola 36 punti ma sfiora il titolo di rookie dell’anno. A causa di un infortunio, il portoghese viene sostituito nei GP di Australia e Malesia da Alessandro Nocco. Il salentino non ottiene punti. In Moto3, invece, la Leopard passa dalla Honda alla KTM e sfodera un attacco a tre punte: Joan Mir, Andrea Locatelli e Fabio Quartararo. Lo spagnolo è la rivelazione dell’anno: vince in Austria scattando dalla pole e ottiene altri due podi. Chiude il Mondiale al sesto posto con 155 punti. Locatelli conquista due secondi posti e sfiora i 100 punti in classifica. Quartararo non va oltre il 4° posto come “best result” (in Austria e Malesia) e chiude al 13° posto.

IL SECONDO MONDIALE – Archiviata l’esperienza in Moto2, tutte le risorse vengono convogliate sulla categoria più piccola. Il team torna alla Honda e schiera il confermato Mir e il belga Livio Loi. Quest’ultimo consegue un solo podio: in Australia nella penultima tappa del Mondiale. Di tutt’altro tenore il ruolino di marcia dello spagnolo, che conquista 10 vittorie, 13 podi totali e una pole position, laureandosi campione con ben 341 punti. Il 2018 è un anno di transizione: le due Honda vengono affidate a Lorenzo Dalla Porta ed Enea Bastianini. I due italiani vincono una gara ciascuno: il toscano a Misano, il riminese a Barcellona. Lorenzo conquista altri quattro podi; Enea ottiene in totale sei podi, una pole e il quarto posto nel Mondiale davanti al compagno di squadra (177 punti a 151).

IL TRIS – Dalla Porta resta in Leopard e ripaga la fiducia della squadra con la vittoria del titolo, il terzo nella storia del team. La moto con il numero 48 sul cupolino vince in Germania, Giappone, Australia e Malesia. Oltre ai quattro successi, per Lorenzo altri sette podi e una pole. Il compagno di squadra Marco Ramirez vince i GP di Catalunya e di Gran Bretagna, incamera altri due podi e due pole e chiude terzo in classifica. Il team vince il Mondiale a squadre grazie ai cinque successi dei suoi piloti. A Valencia, sede dell’ultima gara stagionale, l’esordiente Xavier Artigas, che corre grazie a una wild card, arriva terzo regalando un insperato podio al team.

DREAM TEAM – Nel 2020 Leopard schiera un dream team formato da Dennis Foggia e Jaume Masia: il romano ottiene la prima vittoria della carriera nel GP della Repubblica Ceca, poi sale sul podio a Barcellona e Portimao. Sarà 10° nel Mondiale. Lo spagnolo, grande favorito della vigilia, non va oltre il sesto posto in campionato con due vittorie, tre podi totali e una pole position. E arriviamo al 2021. I piloti sono Foggia e Artigas. Il primo vince al Mugello e ad Assen, mentre a Portimao è secondo e al Sachsenring terzo. Con 86 punti, al giro di boa è terzo nel Mondiale con 72 punti di ritardo dal leader Acosta. Artigas, invece, ha finora messo insieme solo piazzamenti a punti. Per vincere il quarto Mondiale ci vorrebbe un miracolo. Uno dei tanti compiuti in questi sei anni e mezzo dal direttore tecnico Christian Lundberg e dalla sua meravigliosa squadra.

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