Foggia e Fenati, ad Assen è grand’Italia

Vincere un Gran Premio è già di per sé una grande impresa, ma vincere ad Assen, la “Cattedrale” del motociclismo, rende il tutto ancora più speciale. Ne sa qualcosa il nostro Dennis Foggia, che ha conseguito la laurea in quella che a ragione viene soprannominata l’università delle moto. Il romano del Team Leopard (la squadra è al 30° successo in appena sei stagioni e mezza di militanza nel Motomondiale) ha vinto alla sua maniera, tirando il gruppo senza fare calcoli e, soprattutto, senza “abusare” delle scie altrui, come fa la maggior parte dei piloti della Moto3. Alle spalle del “leopardo”, al termine di un GP palpitante e ricco di colpi di scena, si è classificato lo spagnolo Sergio Garcia, ormai diventato il rivale numero uno del favorito Pedro Acosta nella lotta al titolo. Tra i due spagnoli ci sono 48 punti, meno di due Gran Premi. Sul terzo gradino del podio si è arrampicato un pimpante Romano Fenati, per lunghi tratti in testa alla gara nonostante sia stato rallentato da un doppio long lap penalty inflittogli prima del via dai commissari. L’ascolano, veterano della categoria con 12 vittorie e 27 podi, di cui due in questa stagione, sta tornando ai livello di un tempo.

MIRACOLO ACOSTA Nel giorno in cui i colori italiani l’hanno fatta da padrone, la vetrina se l’è presa ancora una volta il leader del Mondiale. Pedro Acosta, infatti, si è classificato quarto in una gara che non avrebbe nemmeno dovuto correre. Il rookie spagnolo, fin qui vincitore di quattro Gran Premi, durante le FP3 di sabato è stato protagonista, dopo la bandiera a scacchi, di una bruttissima caduta insieme ai piloti del Boe Skull, Riccardo Rossi e Stefano Nepa. Tutti e tre sono finiti in ospedale per accertamenti. Il più malconcio era parso proprio il baby fenomeno della KTM, che è stato tenuto sotto osservazione per tutta la notte. Sembrava scontato, quindi, che il vincitore della Rookies Cup 2020 non avrebbe preso il via della corsa. E, invece, domenica mattina è stato dimesso dalla clinica e dichiarato “fit” dai medici del circuito.

PENALITA’ BINDER – Acosta è così scattato regolarmente dalla griglia per quella che, sulla carta, doveva essere una gara da correre in difesa. Ma con il “rookie maravilla” non bisogna mai dare nulla per scontato. Il pilota del team Ajo, infatti, ha corso come sempre all’attacco, restando incollato al gruppetto di testa fino all’ultimo tornante. Quinto al traguardo dopo aver accarezzato l’idea del podio, Acosta è poi scalato in quarta posizione in virtù della penalità, forse eccessiva, inflitta a Darryn Binder per aver violato i limiti della pista durante l’ultimo, concitato giro. Pedro resta saldamente in testa al Mondiale, e ora avrà più di un mese per rimettersi completamente in forma.

SFORTUNA MIGNO – Se deve succedere qualcosa, state certi che succederà ad Andrea Migno. È un anno davvero sfortunato per il pilota romagnolo che corre per il team Snipers. Anche ad Assen “Mig” è rimasto coinvolto in una caduta della quale non ha avuto colpe. E così è arrivato l’ennesimo ritiro di una stagione che alla vigilia lo vedeva tra i favoriti per il podio finale e che invece si sta rivelando più complicata delle altre. In classifica Andrea ha 100 punti in meno di Acosta. Per quanto riguarda gli altri italiani, buon 11° posto per un acciaccato Nepa, mentre Niccolò Antonelli è riuscito a racimolare solo due punticini, allontanandosi così dalle posizioni di vertice. Fuori dai quindici Elia Bartolini, Riccardo Rossi (scattato dalla corsia box e autore di una bella rimonta) e Alberto Surra, che da questo GP ha preso il posto di Filip Salac nel team Snipers. Appuntamento in Stiria.

ORDINE D’ARRIVO – 1. Foggia, 2. Garcia, 3. Fenati, 4. Acosta, 5. Suzuki, 6. McPhee, 7. Binder, 8. Rodrigo, 9. Artigas, 10. Alcoba, 11. Nepa, 12. Guevara, 13. Toba, 14. Antonelli, 15. Oncu, 16. Bartolini, 18. Rossi, 19. Surra.

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