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Il Leone inglese

Soprannominato “Il Leone”, Nigel Mansell è senza ombra di dubbio uno dei piloti più iconici e amati nella storia della Formula 1. Ripercorriamo la straordinaria carriera di questo eroe delle corse automobilistiche, che ha conquistato il cuore dei tifosi con il suo stile di guida aggressivo e la sua determinazione senza pari.

Nato il 8 agosto 1953 a Upton-upon-Severn, Worcestershire, in Inghilterra, Nigel Ernest James Mansell ebbe un inizio di carriera piuttosto insolito. Iniziò a guidare go-kart all’età di 11 anni, ma dovette attendere fino al 1976 per fare il suo debutto nella Formula Ford. Laveva già 23 anni ma la sua ascesa fu rapida, e nel 1979 si unì al team di Colin Chapman per correre in Formula 3.

Nel 1980, Mansell fece il suo debutto in Formula 1 con il team Lotus, al fianco del futuro campione del mondo Mario Andretti. Tuttavia, i primi anni nella massima categoria furono difficili per il pilota inglese, che dovette lottare con vetture poco competitive e numerosi incidenti. In un lustro con la Lotus riuscì a conquistare solo cinque terzi posti. Ma il destino aveva in serbo per lui qualcosa di molto speciale.

Nel 1985 Mansell passò alla Williams, il team che lo avrebbe consacrato come uno dei grandi interpreti della Formula 1. Lo stesso anno vinse il suo primo Gran Premio a Brands Hatch, nella sua Inghilterra, e da quel momento iniziò l’ascesa verso il vertice della categoria. Chiuse la stagione 1985 con due vittorie e tre podi complessivi.

Il 1986 fu un anno cruciale per l’inglese, che lottò per il titolo mondiale contro il leggendario Alain Prost e il compagno di squadra Nelson Piquet. Pur vincendo cinque gare e salendo altre quattro volte sul podio (due secondi e due terzi posti), Nigel perse il titolo all’ultima gara a causa di un incredibile incidente. Nonostante ciò, il suo coraggio e la sua grinta gli fecero guadagnare il soprannome di Leone.

Dopo un’altra stagione da protagonista nel 1987 (sei vittorie e secondo posto finale nel Mondiale), Mansell incappò l’anno seguente nell’annata più sfortunata della sua carriera. Nel 1988 non vinse nessuna corsa e così, durante l’inverno, prese la decisione di trasferirsi alla Ferrari, diventando il primo pilota inglese a correre per il Cavallino Rampante dai tempi di Mike Hawthorn. In Italia, Mansell conquistò il cuore dei tifosi grazie alle sue straordinarie vittorie e alla sua personalità carismatica. Durante la sua permanenza a Maranello, Nigel vinse tre Gran Premi (il primo al debutto nel 1989 nel GP del Brasile) e salì per 11 volte su uno dei tre gradini del podio. Il primo anno chiuse il campionato al quarto posto, l’anno successivo al quinto. Nel 1991 tornò alla Williams e anche questa fu una scelta azzeccata.

Il 1992 fu infatti l’anno della consacrazione per Mansell, che a 39 anni dominò la stagione vincendo nove delle sedici gare del campionato. A bordo della sua Williams FW14B, Nigel conquistò il titolo mondiale con un margine di 52 punti sul secondo classificato, il compagno di squadra Riccardo Patrese.

Dopo aver conquistato il titolo, Mansell decise di ritirarsi dalla Formula 1 e si trasferì negli Stati Uniti per correre nella serie IndyCar, all’epoca chiamata Champ Car. In America vinse il campionato alla prima stagione, diventando l’unico pilota nella storia ad essere campione del mondo sia in F.1 che in IndyCar. Nel 1994 fece qualche apparizione sulla Williams, riuscendo a graffiare ancora. Trionfò infatti nella gara conclusiva in Australia. Nel 1995 accettò di correre due gare con la McLaren, prima del ritiro definitivo dalla massima serie automobilistica.

Nigel Mansell ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della Formula 1. Il suo coraggio, la sua determinazione e la sua grinta lo hanno reso un vero e proprio eroe delle corse, un pilota capace di incantare il pubblico e di dimostrare che, anche di fronte agli ostacoli più difficili, il successo è possibile.

Complessivamente ha preso il via a 187 Gran Premi, vincendone 31. Sono stati 59 i podi, 32 le pole e 30 i giri più veloci in gara.

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