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Max top, Ferrari flop

Le pagelle del Gran Premio di Spagna, settima prova del Mondiale di Formula 1 2023.

Verstappen 10 – La perfezione fatta pilota. La perfezione fatta macchina. L’impressione, speriamo errata, è che l’olandese e la sua Red Bull siano destinati a monopolizzare l’era moderna della Formula 1, continuando a dominare chissà per quanti anni ancora. Max non sbaglia praticamente mai, ha un’indole vincente e, soprattutto, è in possesso di quella dote tipica dei “cannibali”: non lascia nulla agli altri, nemmeno gli avanzi. A Barcellona ha messo a segno quello che in gergo motoristico viene chiamato Gran Chelem o Grande Slam: pole position, giro più veloce in gara e vittoria del Gran Premio rimanendo in testa dal primo all’ultimo metro. Il Mondiale è solo una formalità. Prossima fermata: il record di vittorie di Senna. Max è a meno uno dalla leggenda brasiliana.

Mercedes 8 – La considerazione è quanto mai banale, ma opportuna: senza Verstappen, la Mercedes sarebbe ancora lì, sul tetto del mondo. Perché sia Hamilton che Russell vanno forte e lottano per il podio in quasi tutte le gare. Il 38enne, accostato alla Ferrari, e il suo giovane erede al momento nulla possono contro lo strapotere di Verstappen, ma nel frattempo hanno ristabilito le gerarchie con l’Aston Martin e fatto un sol boccone della Ferrari, sempre più zoppicante, sempre più in difficoltà. Davvero Lewis lascerebbe Stoccarda per Maranello?

Aston Martin 7 – Il canadese Stroll ha la terra che scotta sotto i piedi ma, sotto pressione, tira fuori la gara più bella dell’anno. Lo spagnolo Alonso, che correva in casa e aveva la spinta di 100mila tifosi, incappa in una domenica così così, lontana dal podio. Eppure, nonostante le mille difficoltà, Fernando chiude la gara negli scarichi del compagno e, via radio, informa i box che non ha intenzione di attaccarlo. L’Aston Martin resta un progetto riuscito. E se Lance comincia ad andar forte come il 42enne asturiano da qui in poi ci sarà da divertirsi. Sempre che il papà-proprietario del team non decida di licenziarlo…

Alpine 6,5 – Altra gara positiva per la scuderia francese, con Ocon, l’eroe di Montecarlo, ottavo e a punti e Gasly decimo dopo ottime qualifiche.

Alfa Romeo 6 – Due punti scaccia-crisi per Zhou, alla seconda top-10 stagionale.

Ferrari 4 – Un quinto e un undicesimo posto: fare peggio era difficile, se non impossibile. Di sbagliato, ormai va detto, c’è l’intero progetto tecnico. Questa Ferrari, eccezion fatta per qualche lampo qua e là, è lontana anni luce dalla Red Bull e, ora come ora, anche dalla Mercedes e dall’Aston Martin. Solo in qualifica riesce a limitare i danni, ma in gara colleziona un disastro via l’altro. Leclerc inciampa nel week-end più nero della sua carriera: in prova vede le streghe con un 19esimo posto in griglia che nessuno è riuscito a spiegare. In gara guadagna qualche posizione ma, complice una gara senza safety-car né ritiri, chiude fuori dalla zona punti. Fa meglio Sainz – secondo in prova e quinto in gara – ma il divario con chi l’ha preceduto sotto la bandiera a sacchi resta siderale. Il rischio flop è dietro l’angolo.

Direzione gara 0 – La penalità di cinque secondi al generoso Tsunoda è una pagliacciata. Relega il povero giapponese dal nono al 12esimo posto, privandolo di due punti iridati che per lui e l’Alpha Tauri sarebbero stati vitali. La colpa di Yuki per i commissari? Aver resistito a un tentativo di sorpasso di Zhou, non lasciando al cinese abbastanza spazio per passare indisturbato. Siamo alle comiche. Prima non si poteva superare perché ogni tentativo veniva punito, ora non ci si può più difendere… Chiudiamo tutto.

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