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1990, la vendetta di Senna

Ventunesima puntata

Ayrton Senna versus Alain Prost: anche il Mondiale 1990 è un affare a due tra gli eterni rivali. Dopo le roventi polemiche innescate dall’incidente di Suzuka 1989, con il francese che avrebbe deliberatamente provocato l’uscita di pista di entrambi per aggiudicarsi matematicamente il titolo con una gara d’anticipo, il fuoco arde sotto la cenere. Il brasiliano ha il dente avvelenato e medita vendetta, ma aspetta di tornare sul “luogo del delitto” per mettere in pratica il suo diabolico piano. Sulla pista giapponese di Suzuka è di scena il penultimo atto della sfida infinita. 

Al sabato il pilota della McLaren conquista l’ennesima partenza al palo della sua stagione, ma questa volta non può essere del tutto contento, perché in gara dovrà scattare dal lato sporco della griglia. La Ferrari di Prost, al suo fianco, ha il vantaggio della traiettoria pulita e potrebbe guadagnare facilmente la prima posizione in fondo al rettilineo di partenza. La scarsa aderenza dell’asfalto sul lato della pole fa infuriare Senna e i vertici della McLaren, che chiedono invano ai commissari di invertire lo schieramento. Non ottenendo nulla, Ayrton giura che terrà giù il piede alla prima curva. Ed è esattamente ciò che fa. 

Alain scatta come un fulmine e giunge alla staccata con mezza monoposto di vantaggio, ma la McLaren non frena e lo sperona a piena velocità spedendo entrambe le vetture nella sabbia. Scoppiano le polemiche. L’opinione pubblica condanna la folle manovra del brasiliano, che si giustifica parlando di un normale incidente di gara. La direzione gara fa spallucce e Senna vince il suo secondo titolo dopo quello del 1988. Ci vorrà un anno prima che ammetta di aver causato appositamente l’incidente, di cui si dirà pentito poco prima di morire, nel 1994.

Orfani dei due prim’attori, la gara di Suzuka si rivela un trionfo per Nelson Piquet, che porta al successo la benetton Ford e torna al successo dopo oltre tre anni di digiuno. Sul podio salgono la meteora Roberto Moreno con la Euro Brun e Aguri Suzuki con la Lola motorizzata Lamborghini. Un ordine d’arrivo clamoroso e inedito, complice una gara a eliminazione. I restanti punti se li spartiscono Riccardo Patrese su Williams, Thierry Boutsen, sempre su Williams, e Satoru Nakajima su Tyrrell. Ma nel dopo gara si parla solo del fattaccio al via.

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