Leclerc salva una Ferrari sgonfiata

Dallo champagne al brodino caldo. Charles Leclerc salva la Ferrari agguantando con le unghie e con i denti il simbolico titolo di vicecampione iridato. Enzo, fondatore del marchio modenese, definiva il secondo classificato come il primo degli sconfitti. Ma per come si erano messe le cose, la piazza d’onore rappresenta un buon punto di ripartenza per il Cavallino, che nel finale di stagione ha rischiato di gettare alle ortiche la piazza d’onore di entrambi i campionati: piloti e costruttori. Ad Abu Dhabi, dove nel 2021 andò in scena il più clamoroso degli epiloghi iridati, i riflettori erano puntati sul duello Perez-Leclerc per il secondo posto e per l’ultimo valzer di Sebastian Vettel, che a 35 anni ha deciso di appendere il casco al chiodo. Il ritiro del quattro volte campione del mondo è stato celebrato dall’intero paddock, che ha tributato il giusto commiato a uno dei piloti più amati degli ultimi decenni. Seb lascia dopo 300 Gran Premi (299 partenze), 53 vittorie, 122 podi, 3.500 punti, 67 pole position e 43 giri veloci. Lascia il volante a Fernando Alonso, altro veterano del circus con le sue 41 primavere e oltre 350 GP disputati (con 32 successi). L’asturiano, infatti, ha salutato dopo un biennio l’Alpine per chiudere la carriera in Aston Martin accanto al figlio del proprietario del team, Lance Stroll.

Arrivederci Mick

Tornando al GP di Abu Dhabi, Max Verstappen è tornato sul “luogo del delitto” conquistando la 15esima vittoria della sua folgorante stagione. Un dato impressionante, che fotografa il dominio della lattina più veloce del mondo nonostante i pronostici della vigilia dicessero Ferrari. La Rossa, seconda e quarta sotto l’ultima bandiera a scacchi, ha fatto da “panino” all’altra Red Bull di Sergio Perez, che ha azzardato le due soste ma ha fatto male i calcoli per una questione di chilometri. Il messicano, che si è ritrovato negli scarichi di Charles dopo la seconda sosta, ha recuperato l’intero gap ma avrebbe avuto bisogno di un giro in più per attaccare il monegasco. Dietro alle due Red Bull e alle due Ferrari si è piazzato un costante George Russell, che a sua volta ha preceduto Lando Norris, Esteban Ocon, Stroll, Daniel Ricciardo e Vettel. Anche Ricciardo, come Vettel, Mick Schumacher e Nicholas Latifi, saluta il paddock. Per l’italo-australiano è pronto un sedile come terzo pilota Red Bull, in attesa che se ne liberi uno in griglia per tornare titolare. Stesso auspicio del figlio del grande Michael, rimasto a piedi dopo appena due anni (e tanti incidenti) in Haas (verrà sostituito dal 35enne Nico Hulkenberg). Quello di Latifi, invece, pare proprio un addio definitivo alla massima categoria automobilistica.

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