A Imola sulle tracce del grande Fausto Gresini

Fausto Gresini era nato proprio a Imola, il 23 gennaio del 1961. E all’autodromo del Santerno, che dagli anni Ottanta è intitolato alla memoria di Enzo e Dino Ferrari, ha disputato alcune delle sue gare più belle. Nel mese di febbraio del 2020, un anno esatto prima di lasciarci, aveva scelto la sala convegni dell’autodromo per presentare il suo team, che da oltre due decenni prende parte al Motomondiale nelle varie categorie.

Leggi Imola e pensi a Fausto Gresini, due volte campione del mondo della classe 125 con la Garelli, considerato a ragione uno dei più forti piloti italiani che hanno corso a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. Fausto, purtroppo, se n’è andato a febbraio di quest’anno, all’età di 60 anni, stroncato dal Covid. Si era ammalato a dicembre. E’ entrato in ospedale poco dopo Natale, non è più tornato a casa. Una tragedia che ha scosso l’intero ambiente, di cui Gresini faceva parte da quasi 40 anni. Prima come pilota (fortissimo) e poi come team manager (tra i più abili e stimati dell’intero paddock). La sua è una favola piena di talento e fragilità. Di vittorie e sconfitte. Di gioie e dolori.

IL GRESINI PILOTA – Il Gresini pilota ha corso 132 Gran Premi, vincendone 21 e salendo 47 volte sul podio. 17 le pole position e 13 i giri veloci conquistati in 13 anni di gloriosa carriera. Un talento accecante con il cuore pulito. I numeri e i risultati si limitano esclusivamente alla 125, poiché Fausto ha corso solo in quella cilindrata, tra il 1982 e il 1994. Nel 1987, anno del secondo titolo iridato, si aggiudicò 10 delle 11 gare in calendario (fallì l’obiettivo solo in Portogallo). Loris Capirossi, nella sua autobiografia “65 – La mia vita senza paura”, lo descrive come un Dio. Da ragazzino Fausto era il suo idolo. Poi, nel 1990, se l’è ritrovato in Honda come compagno di squadra. A volte il destino sa giocare scherzi incredibili. Avrebbe dovuto stargli accanto per imparare, per crescere. E invece l’anno del debutto iridato per Capirex si rivelò un trionfo grazie anche ai consigli (ai box) e agli aiuti (in pista) del mentore Gresini. Che da quel momento per Loris diventerà una sorta di secondo padre o di fratello maggiore.

L’OMAGGIO DI IMOLA – Imola, la città Natale di Gresini, ha reso omaggio al suo illustre cittadino intitolandogli una curva dell’autodromo. La Variante Alta è da qualche mese dedicata proprio alla memoria di Fausto. All’esterno della variante è stata eretta una targa di vetro visibile anche dal parco che circonda l’autodromo. Si aggiunge alla statua di Ayrton Senna (nella foto sotto), deceduto il 1° maggio 1994 dopo un terribile schianto alla vecchia curva del Tamburello, e al monumento dedicato a Gilles Villeneuve, il pilota canadese della Ferrari campione di generosità ed emblema di coraggio. Lungo il tracciato del Santerno c’è anche una gigantografia di Ronald Ratzenberger, scomparso il giorno prima di Senna nel tragico week-end del GP di San Marino del 1994.

IL GRESINI MANAGER – Se la carriera di Gresini come pilota è stata trionfale, quella da team manager è stata sfavillante ma, purtroppo, funestata da alcune disgrazie. Da dietro la scrivania, Fausto ha vinto quattro Mondiali: nel 2001 in 250 con Daijiro Kato, nel 2010 in Moto2 con Toni Elias (era l’anno di debutto della nuova categoria intermedia), nel 2018 in Moto3 con Jorge Martin e nel 2019 nella neonata MotoE con Matteo Ferrari. In oltre 20 anni di attività ha scoperto decine di talenti e fatto correre centinaia di piloti già affermati. Alex Barros, Loris Capirossi, Sete Gibernau, Marco Melandri, Marco Simoncelli, Alvaro Bautista, Colin Edwards, Scott Redding, Jorge Martin, Fabio Digiannantonio sono solo alcuni dei piloti passati dal team Gresini. Il quale oggi è diretto da Nadia Padovani, la moglie di Fausto, e dal loro figlio Luca, che ricopre il ruolo di team manager. La storia continua. Nella sua carriera da manager, però, il romagnolo ha dovuto fare i conti con il dolore causato dalle morti, entrambe in pista, di Kato e Simoncelli.

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