Lewis, un Sir anche nella sconfitta?

Ha perso un Mondiale all’ultimo giro dell’ultimo Gran Premio. E’ uscito sconfitto dopo una gara condotta in maniera magistrale, cambiando le gomme una sola volta. A meno di cinque giri dall’agognata bandiera a scacchi stava gestendo sul velluto un vantaggio di oltre dieci secondi su Max Verstappen. Insomma, gli ultimi chilometri di questa avvincente stagione di Formula 1 somigliavano più a una passerella sul red carpet che a una sfida all’ultimo sangue. E invece nell’arco di pochi secondi la situazione si è completamente ribaltata. La dea bendata, per una volta, gli ha voltato le spalle, bussando alla porta del rivale per dargli un bel bacio sulla fronte. Il modo in cui Lewis Hamilton ha perso il Mondiale 2021 avrebbe abbattuto anche un toro (non di colore rosso, per ovvie ragioni…). Lui, inizialmente, ha incassato il colpo in maniera sportiva e intelligente, stringendo la mano a Christian Horner della Red Bull e complimentandosi con il nuovo campione. Forse perché è abituato a vincere ed è consapevole che avrà altre occasioni per incrementare il bottino. O forse perché in cuor suo ritiene che il vincitore morale del Mondiale 2021 sia proprio lui. In effetti, se Nicholas Latifi non avesse sbattuto contro le protezioni e il direttore di corsa avesse rispettato alla lettera il regolamento senza adottare decisioni incoerenti, il 44 starebbe ora festeggiando l’ottavo titolo. Invece…

Invece Max ha vinto e Lewis ha perso. Ed è ciò che rimarrà scritto nell’albo d’oro del Mondiale piloti. Ma non sempre i numeri fotografano la realtà. Detto ciò, la sensazione di chi scrive è che Hamilton sia uscito fortificato dalla sconfitta, soprattutto agli occhi della gente. Proprio lui che non è mai stato particolarmente amato fuori dal Regno Unito. Il perché avesse finora generato cotanta antipatia sfugge alla ragione. Raramente un campione di questo calibro si fa così tanti nemici. Speriamo non c’entrino le sue lodevoli e sacrosante battaglie per i diritti delle minoranze che da anni combatte in prima linea, perché purtroppo agli occhi degli haters un campione dovrebbe pensare solo a correre o a giocare dribblando qualsiasi questione extrasportiva. Lui non si gira mai dall’altra parte e questo, chissà perché, a molti non piace. Anche in Italia i tifosi di Lewis sono merce rara. Qui, perlomeno, una spiegazione “razionale” c’è: l’inglese è stato uno dei più acerrimi rivali della Ferrari sia quando guidava la McLaren, sia quando si è calato nell’abitacolo della Mercedes. Due frecce d’argento che hanno fatto dormire sonni agitati ai tifosi del Cavallino.

Tornando alla questione principale, Hamilton appena uscito dalla sua Mercedes si è dimostrato un campione anche nella sconfitta. Ma a mente fredda ha cambiato atteggiamento, non presentandosi alla premiazione ufficiale, che si è tenuta il giorno successivo. E lo stesso ha fatto il team principal Toto Wolff. Non era mai successa una cosa del genere. In conclusione, la domanda che rimbalza un po’ ovunque, soprattutto sui social, è questa: Hamilton è stato un Sir anche nella sconfitta? Una risposta non c’è.

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