Il segreto di Pulcinella

Ci ha impiegato sette anni abbondanti, ma alla fine lo ha confessato: “Nel 2015 a Valencia non ho VOLUTO provare il sorpasso su Lorenzo. Avrei potuto farlo, ma se fossi arrivato lungo e lo avessi tirato giù avrei consegnato il Mondiale a Rossi. E perché regalare un titolo a chi aveva detto cose tremende su di me?”. Le parole di Marc Marquez, contenute nel documentario di Amazon Prime “All in”, dedicato alla carriera del pilota di Cervera, fanno rumore. Per la prima volta, infatti, “Magic” ha ammesso di aver lasciato che Jorge Lorenzo vincesse il Gran Premio della Comunità Valenciana, ultima e decisiva prova del Mondiale 2015. O, meglio, ha confessato di non aver provato a strappargli la vittoria. Sono due cose diverse, almeno apparentemente. La sostanza, però, non cambia. Marc rimase 30 giri in scia al maiorchino, senza mai abbozzare un sorpasso e nemmeno una manovra di disturbo. Proprio lui che, in carriera, ci ha sempre provato. Perfino quando ha corso con un braccio solo. Valentino, che scattava dall’ultima casella della griglia in seguito alla penalità inflittagli dalla direzione gara per aver causato la caduta di Marquez nel round precedente in Malesia, disse testualmente: “Marquez ha fatto da guardaspalle a Lorenzo”. E così effettivamente fu. E’ stato lo stesso spagnolo a dargli ragione svelando il segreto di Pulcinella.

Non ci fu biscotto

Sono trascorsi sette anni e mezzo, ma quel Mondiale resta una ferita aperta. Un po’ perché Valentino non ha mai perdonato il rivale, a detta sua “colpevole” di avergli fatto perdere il titolo per dispetto. E un po’ perché adesso, a motori spenti e a mente fredda, è stato proprio Marquez a girare il coltello nella piaga, rilasciando dichiarazioni al vetriolo che gettano benzina sul fuoco e rischiano di riaccendere la miccia. Marc non ha parlato di “biscotto” vero e proprio, ha solo ammesso di non aver dato fastidio a Lorenzo a Valencia, evitando di infastidirlo. In pratica, ha negato ci fosse da parte sua la volontà di favorire il connazionale nella lotta al titolo. Non c’era premeditazione, insomma. Sostiene che se Valentino non lo avesse pubblicamente accusato di parteggiare per Lorenzo e di averlo appositamente ostacolato in Australia per fargli perdere il titolo lui, probabilmente, si sarebbe comportato normalmente, inseguendo la vittoria anche a Valencia. E’ veramente così? Se Rossi fosse stato in silenzio, Marquez si sarebbe fatto gli affari suoi? Lo pensano in tanti. Ma le cose andarono diversamente. Il 46 preferì smascherare il presunto boicottaggio ai suoi danni per intimorire Marquez e costringerlo a tornare nei ranghi, ottenendo invece l’effetto contrario. Come andò a finire lo sappiamo tutti: Lorenzo vinse gara e titolo e a Rossi non bastò rimontare fino al quarto posto per conquistare il decimo Mondiale e mettere la ciliegina sulla torta a una carriera stellare.

Argentina 2018

Sempre nel corso del documentario, il neo 30enne di Cervera ha rivelato che tra lui e Rossi ci fu un riavvicinamento pochi mesi dopo il fattaccio. Si erano tornati a parlare (forse lontani dalle telecamere). Ma nel 2018 un nuovo incontro ravvicinato tra i due (in Argentina, quando MM causò la caduta del Dottore) fece di nuovo precipitare la situazione. Valentino, nel dopo gara, rilasciò dichiarazioni pesantissime sul rivale (“Quando sono in pista con Marquez, ho paura. E’ pericoloso, va fermato”). Fu il punto di non ritorno. La situazione precipitò e da quel momento la rivalità si trasformò in odio. Il rispetto in indifferenza. Vale e Marc hanno scritto a modo loro la storia della MotoGP: sono l’uno la nemesi dell’altro. Il 46 ha dominato la prima decade del 2000, Marc la seconda. Si sono incrociati per poco, ma quando è successo sono state scintille. Sia in pista che a parole. Due personalità forti, due piloti eccezionali. Ma anche due nemici, che forse non faranno pace mai.

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