Dodici anni senza il Sic, una cicatrice indelebile

Dodici anni senza il Sic. La memoria torna sempre a lui. Marco Simoncelli ci ha lasciato il 23 ottobre del 2011. Quella tragica domenica, sulla bollente pista di Sepang, era appena cominciato il Gran Premio di Malesia, penultima prova del Mondiale. In sella alla sua Honda, con la quale poche settimane prima aveva conquistato i primi due podi in MotoGP, Marco fu coinvolto in un drammatico incidente. Impossibile dimenticare la scena del suo investimento. Il Sic morì praticamente sul colpo. E da quel momento niente è stato più come prima. Una cicatrice indelebile

Nemiciamici

Marco era un pilota eccezionale, ma soprattutto un ragazzo d’oro. Non che fosse amato da tutti nel paddock, anzi. La maggior parte dei colleghi non lo vedeva di buon occhio. Questo perché in pista faceva il matto. Quando abbassava la visiera spegneva letteralmente il cervello e i buoni sentimenti lasciavano il posto all’agonismo. Era tanto dolce nella vita di tutti i giorni, quanto aggressivo in pista. Ci provava sempre, anche quando la fisica gli suggeriva di lasciar perdere. Se vedeva un piccolo spiraglio per fare un sorpasso, lui ci si infilava, spesso con conseguenze devastanti. Fin dal suo arrivo in MotoGP, i vari Lorenzo, Pedrosa e Dovizioso, solo per fare qualche nome, lo hanno bersagliato di critiche. Con Pedrosa, uno dei ragazzi più mansueti del paddock, ci fu una vera e propria guerra. Tutto cominciò con uno scontro in pista a Le Mans in cui lo spagnolo ebbe la peggio: il Sic lo passò all’esterno facendolo cadere. Dani si fece male e scoppiò il finimondo. Con il Dovi c’erano stati attriti fin dalle mini moto. Lorenzo era il suo nemico numero uno. È virale il video di una conferenza stampa in cui il maiorchino bacchetta Simoncelli e quest’ultimo lo incenerisce con una battuta delle sue, tra le risate generali. Ma al funerale del Sic c’erano anche loro, in lacrime. Lorenzo e Dovi erano i più disperati.

Area 58

Oggi Marco è nel mito. Solo dopo la sua prematura morte ci si è accorti di quanto fosse amato. A Coriano, il paese in cui è cresciuto, ci sono un monumento, un museo e un negozio a lui dedicati. In memoria di Marco è nata una fondazione che fa del bene a tanta gente. Grazie al denaro raccolto, è stata inaugurata una struttura per disabili. E poi c’è il team Sic58 squadra corse, gestito da papà Paolo: corre da diversi anni nel Mondiale Moto3, lottando per il podio. Il prossimo anno con i colori del team ci sarà il giovane Luca Lunetta, che sin dall’inizio della sua carriera corre con il 58, il numero reso iconico da Marco. Chiudiamo con una citazione: “Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta”. A presto Sic.

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