Aleix riscrive la storia

La MotoGP parla sempre più italiano. Dopo le vittorie in serie della Ducati, c’è gloria anche per la Casa veneta, che espugna Silverstone grazie al suo uomo simbolo. Espargaro, il pilota che un anno e mezzo fa regalò a Noale la prima vittoria in MotoGP dopo oltre 20 anni, si è ripetuto domenica sulla leggendaria pista inglese. Un trionfo meritato, suggellato da un sorpasso all’ultimo giro (su Pecco Bagnaia) destinato a diventare uno dei più spettacolari della stagione. Aleix non è più un pilota di primo pelo. Nella sua lunga carriera ha vinto solo due Gran Premi (proprio i due appena citati), ma sta attraversando, oggi che ha 34 anni, il miglior periodo della carriera. E’ in grande forma e grazie a lui, e al ritrovato Maverick Vinales (terzo nella gara sprint di sabato e quinto nel GP di domenica, dopo che è stato a lungo in corsa per il podio), l’Aprilia può tornare a sognare. Magari non il titolo Mondiale, che ormai ha preso la direzione di Bologna. Il secondo posto di Bagnaia sull’asfalto umido di Silverstone, infatti, vale per il torinese (quasi) come una vittoria. La concomitante caduta di Marco Bezzecchi, uno dei rivali più agguerriti nella rincorsa al bis iridato, unito al sesto posto di Jorge Martin, ha permesso a Pecco di allungare nella classifica iridato. Ora il numero 1 ha ben 41 punti in più di Martin (214 contro 173) e ben 47 in più dell’amico-rivale Bez (fermo a 167).

KTM: Binder animale da gara, Miller gambero

La festa di Aprilia è stata completata dal quarto di Miguel Oliveira, l’uomo delle grandi occasioni. In KTM ha vinto Gran Premi in condizioni difficili, e la stessa cosa ha “rischiato” di fare domenica quando le prime gocce di pioggia hanno bagnato l’asfalto. Miguel, che quest’anno corre con i colori della RNF, è risalito come una furia agganciando il treno dei migliori, con i quali si è giocato il podio fin sotto alla bandiera scacchi. Il portoghese ha chiuso quarto dietro a un altro grande protagonista di giornata: Brad Binder. Il sudafricano è fra i piloti più sottovalutati della griglia. Con la moto austriaca sta facendo un grandissimo lavoro. Non è velocissimo in qualifica, ma in gara si sta rivelando un autentico “animale”. L’esatto contrario di Jack Miller, brillante in prova e gambero in corsa (domenica è stato anche sfortunato perché ha perso tempo a causa di un lungo di Vinales). La top ten è stata completata da Luca Marini (anche lui molto più competitivo al sabato rispetto alla domenica), Miller, Zarco e Raul Fernandez, con la quarta Aprilia e al miglior risultato in carriera in premier class. A punti anche Augusto Fernandez (ottimo sia in prova che nella sprint race del sabato), il rientrante Pol Espargaro, Fabio Di Giannantonio, Franco Morbidelli e Fabio Quartararo.

Honda, situazione imbarazzante

Il francese, ultimo sulla griglia, è risalito fino al settimo posto prima che un contatto con Marini non lo costringesse a rientrare ai box, dove ha potuto cambiare moto grazie al flag-to-flag. El Diablo meritava di più. Fuori dai giochi Enea Bastianini e Marc Marquez, che si sono eliminati a vicenda dopo un discusso contatto. Per entrambi è notte fonde: Enea, ristabilitosi dall’infortunio di inizio Mondiale, fatica ad adattarsi alla nuova Desmosedici. Marc, invece, è alle prese con una crisi tecnica senza precedenti in Honda. Sabato, nella sprint race, ha per sua stessa ammissione chiuso il gas per farsi superare dal compagno di team Joan Mir e vedere con i suoi occhi come si comporta la moto. Una situazione surreale e imbarazzante, per non dire comica. Anche se in Giappone c’è poca voglia di ridere.

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