La carica dei 101 (mila)

Dall’inviato a Misano.

Quasi 19.000 venerdì, oltre 25.000 sabato e 57.000 domenica, per un totale di 101.000 spettatori nei tre giorni. Ezpeleta chiama, Misano risponde. Dopo il flop del Mugello, con le tribune e i prati mezzi vuoti, il patron della Dorna aveva minacciato: “Niente più Motomondiale in Italia se lo scenario sarà ancora così desolante”. E in effetti il Gran Premio d’Italia, disputato a fine maggio, aveva fatto registrare un preoccupante calo di spettatori. Anzi, un vero e proprio crollo. Dietro al fallimento tante possibili ragioni: il caro biglietti, il ritiro dalle gare di Valentino Rossi (in realtà presente per ricevere un premio alla carriera) e la concomitanza con altri eventi. Dopo il “monito” di Carmelo, c’era grande curiosità, o meglio preoccupazione, per come sarebbero andate le cose a Misano, sede del secondo Gran Premio italiano della stagione. E la risposta del pubblico è stata positiva. La soglia psicologica dei 100.000 spettatori nell’intero week-end è stata superata, seppure di un pelo. L’iniziativa del pacchetto MotoGP + Superbike si è rivelata vincente. Le tribune e i prati, soprattutto durante la gara della classe regina, si sono riempite, regalando un bel colpo d’occhio. La bella giornata di domenica, infine, ha convinto gli indecisi, cioè coloro che non avevano ancora comprato il biglietto.

240 giornalisti accreditati

Imponente anche la risposta mediatica. In collegamento televisivo con la cosiddetta Riders’ Land ci sono stati 110 Paesi nel mondo con immagini diffuse dai 19 broadcaster accreditati in circuito insieme a una sala stampa esaurita con 240 fra giornalisti, fotografi e operatori televisivi provenienti da 20 nazioni, addirittura da Giappone e Brasile. Del resto, era dal 2019 che Misano non ospitava un Gran Premio senza limitazioni. Un evento che ha beneficiato della grande partecipazione da parte degli spettatori sui social. La copertura totale raggiunta nell’arco del fine settimana dai canali ufficiali del circuito è stata di circa tre milioni e mezzo di persone, a cui si aggiungono le oltre 300.000 interazioni.

Ciao Dovi

E poi ci sono stati gli eventi collaterali. Tra questi il saluto ad Andrea Dovizioso. Gli spettatori lo hanno simbolicamente abbracciato dalle tribune, mentre nel paddock c’è stato un via vai senza fine per salutare “fisicamente” il campione di Forlinpopoli, che lascia il Mondiale dopo due decenni e un titolo mondiale in 125. Uno speciale tributo per il Dovi è stato riservato nel corso del gala dinner del sabato sera sulla terrazza del Pit Building. Il pilota romagnolo ha ricevuto dalle mani dell’assessore regionale al turismo Andrea Corsini il premio che Emilia Romagna, insieme ai promotori, Motor Valley e Riders’ Land, hanno voluto conferirgli in quanto ambasciatore della “Terra dei Motori”. La festa è proseguita domenica sera in Riviera.

Nel paddock si ride con i comici

A Misano non sono mancati i volti noti dello sport e del mondo dello spettacolo, a cominciare dall’attore comico Fabio De Luigi. Insieme alle autorità si è visto anche Davide Cassani, ex ct della Nazionale Italiana ciclismo. Tra i vip del mondo dello spettacolo si segnalano anche l’attore Matteo Martani, l’imprenditore Tomaso Trussardi, il cantante e attore Fabio Rovazzi e il comico Max Angioni. Tra i personaggi noti del mondo dello sport l’ex ciclista Mario Cipollini e la ginnasta olimpionica Carlotta Ferlito. Presente anche il comico Giuseppe Giacobazzi, che ha ispirato il casco di Marco Bezzecchi, suo ammiratore.

Un libro celebrativo e un casco speciale

Infine, nel weekend del Gran Premio Gryfyn di San Marino e della Riviera di Rimini è stato presentato il libro “50 anni di Corse 1972-2022”, che ripercorre il primo mezzo secolo di attività al Santamonica. Il volume, curato da Marco Montemaggi, ha visto la collaborazione di Marco Masetti, Sergio Remondino, Luigi Rivola e Alberto Gimmelli. Al libro si aggiunge un casco speciale per i 50 anni del circuito, realizzato da Arai, che sarà commercializzato in tiratura limitata. La grafica porta la firma del designer Aldo Drudi.

Insomma, se al Mugello non si dorme, Misano non è da meno.

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