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Il Mugello dalla A alla Z

Il Gran Premio d’Italia in pillole alfabetiche: da Acosta delivery alla maledizione di Zarco.

A come Acosta – Ma anche come Arbolino. I due squali si contenderanno fino all’ultimo il Mondiale della Moto2 per poi salutare la categoria e salire, quasi sicuramente a braccetto, in MotoGP. Anche al Mugello Pedro e Tony fanno primo e secondo: un copione già visto altre volte quest’anno. L’italiano è in testa al campionato, con 20 punti di vantaggio sul rivale, che resta il favorito e che dopo il trionfo in “terra nemica” dà vita a un siparietto di valentiniana memoria: con uno zainetto stile Glovo sulle spalle porta le pizze ai meccanici che lo aspettano al parco chiuso. E si fa pure pagare.

B come Bagnaia – Bagnaia l’impeccabile firma una tripletta (pole, gara sprint e GP) che stordisce gli avversari (se li è mangiati insieme all’hot dog) e getta le basi per il bis iridato. I tifosi italiani, orfani di Rossi, ormai parteggiano per lui. Che non buca lo schermo come il “papà adottivo” (motoristicamente parlando) ma che piace perché è un bravo ragazzo, guida una moto italiana e, soprattutto, vince. Il Mugello è casa sua. Come Austin per Marquez o Montecarlo per Senna. Paragoni importanti.

C come Correntaio – E’ una delle quindici curve del Mugello, la pista più bella, la più amata, la più adrenalinica del mondo. Il Correntaio è la numero 12 e precede le due Biondetti e la Bucine, che immette sul rettilineo finale. Prima ci sono San Donato, Luco, Poggio Secco, Materassi, Borgo San Lorenzo, Casanova, Savelli, Arrabbiata 1 e 2, Scarperia e Palagio. Da qualunque punto delle colline se ne vedono tre o quattro insieme. Uno spettacolo.

D come Dj Indira Paganotto – La cerimonia del podio è stata eccezionalmente arricchita dal dj set di Indira Paganotto, nota disk jockey madrilena. Una festa nella festa con la compartecipazione di Bagnaia, che ha mixato un pezzo mandando in tripudio la marea rossa accorsa sotto al podio.

E come Elettrico – La MotoE non piace a tutti. Anzi, piace a pochi. Ma quei pochi hanno assistito a due belle gare. Emozioni forti soprattutto nella prima, vinta a sorpresa da Andrea Mantovani del team RNF, con Matteo Ferrrari secondo e Mattia Casadei terzo. Una tripletta italiana che è stata sfiorata anche in gara-2, vinta dal brasiliano Eric Granado davanti a Nicolas Spinelli e al solito Ferrari. Per il veterano della MotoE, già campione nel 2019 all’esordio nella categoria, pole e doppio podio nel GP di casa. Jordi Torres, eterno piazzato, guida la classifica proprio davanti a Ferrari, che lo segue ad appena due lunghezze (63 punti contro 61).

F come Frecce Tricolori – Come da tradizione, prima dello spegnimento dei semafori i cieli della Toscana sono stati dipinti di verde, bianco e rosso dalle Frecce Tricolori, orgoglio della nostra Aeronautica.

G come Gente – 80mila spettatori domenica, 135mila nei tre giorni: il Mugello è (quasi) tornato. Dopo il flop dell’anno scorso e le minacce di Carmela Ezpeleta di estromettere il circuito fiorentino dal calendario iridato, gli organizzatori sono corsi ai ripari ritoccando al ribasso i prezzi dei biglietti. L’effetto è sotto gli occhi di tutti. I fasti di Valentino sono lontani e forse irripetibili, ma i segnali sono confortanti e lasciano ben sperare per il futuro.

H come Holgado – Il leader del Mondiale della Moto3 conquista anche il Mugello e allunga in classifica. Dietro di lui Oncu e Sasaki. Annaspano gli italiani: il migliore è Riccardo Rossi, ottavo.

I come Il Volo – L’inno di Mameli è stato intonato da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, conosciuti come Il Volo. Hanno vinto Sanremo nel 2015, l’anno del “Marquezgate…”

L come Lampredotto – A margine del GP si mangia e si beve come se non ci fosse un domani. Perfino Pecco Bagnaia, nel giro d’onore, ha azzannato un hot dog. Sui prati il più gettonato è stato il panino con il lampredotto, un’eccellenza della Toscana.

M come Marquez – Sia Alex che Marc. Nel bene e nel male. Il primo ben figura in qualifica ma esce dal Mugello a mani vuote: cade sia nella sprint che nella gara della domenica. Marc, come sempre, fa il diavolo a quattro per sopperire alle carenze di una Honda che va più piano degli scooter che fanno avanti e indietro nel paddock. Risultato: ennesima caduta mentre lotta per il podio. Un copione che ormai conosciamo a memoria. Ma ora arriva la Germania, dove ha già vinto 11 volte!

N come Notte – Birra a fiumi, grigliate a ogni angolo. Scooter e moto che rombano a qualsiasi ora, meglio se di notte. Perché al Mugello non si dorme.

O come Oncu – Il turco bonsai sta alla Moto3 come Zarco alla MotoGP: tanti podi, nessuna vittoria. Al Mugello firma anche la pole, la settima della carriera (più 5 giri veloci), ma per l’inno turco bisogna aspettare ancora.

P come Paddock – Dopo il deserto negli anni del Covid, nel paddock è tornato il delirio. Ospiti, giornalisti, ombrelline: i retro box sembrano una fiera. Da Luca Cordero di Montezemolo a Piero Pelù: anche la delegazione Vip è ben rappresentata. 

Q come Quartararo – Fabietto si presenta in sala stampa a petto nudo. Sorride meno del solito, perché la situazione in cui è precipitato sembra senza soluzione. “Non riesco a sorpassare”, dice rassegnato. E infatti conclude le due gare al decimo e all’undicesimo posto.

R come Rumore – I più fortunati hanno i tappi nelle orecchie. Ma i veri appassionati girano senza. I rombi delle moto che sfrecciano in pista sono nulla in confronto ai rumori che arrivano dai prati.

S come Scarperia – Nessuno conoscerebbe questo paesino di 8mila abitanti se non ospitasse il circuito più bello del mondo.

T come Tifo – I fischi a Marquez non ci sono piaciuti, ma dal 2015 purtroppo sono diventati un’abitudine. Peccato. Per il resto, non ci sono fazioni: applausi per tutti.

U come Umidità – Caldo torrido (domenica) o pioggia battente (sabato): è stato un Mugello umido. Molto umido.

V come Valentino – Il re è tornato. Valentino, reduce dalla sua prima vittoria a quattro ruote, fa capolino nella “sua” pista del cuore, dove ha vinto nove volte, e il pubblico impazzisce. L’imperatore è sempre lui, anche se ha smesso da due anni.

Z come Zarco – Niente da fare per il pianista francese. Ancora un podio, il 18esimo in MotoGP, senza “happy ending”. Non ha mai vinto in premier class. Un record di cui forse avrebbe fatto volentieri a meno.

(foto Giovanni Zola)

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