Ducati da sogno, Honda nel caos

Le pagelle del GP d’Olanda

DUCATI 9,5 – La perfezione sarebbe stata la tripletta sul podio, l’ennesima di una stagione fin qui superba. Ma cosa chiedere di più a una moto diventata il punto di riferimento dell’intero paddock dopo anni a dir poco difficili? Pecco Bagnaia ormai è una certezza granitica: sbaglia poco, vince con regolarità (domenica è stato il sigillo numero 15 in premier class). E quando si rende conto di non poter stare davanti, si accontenta. Come nelle ultime due gare sprint: in Germania si è arreso a Jorge Martin, in Olanda ha alzato bandiera bianca di fronte a un implacabile Marco Bezzecchi. In entrambi i casi, però, è arrivato secondo, mettendo in cascina punti importanti in chiave campionato. Ossigeno puro. Ma domenica ad Assen, facendo tesoro degli insegnamenti del sabato, ha restituito pan per focaccia all’amico di mille allenamenti, precedendolo sul traguardo e ristabilendo le gerarchie all’interno della Casa bolognese. La Ducati è di gran lunga la moto migliore anche su circuiti guidati come il Sachsenring e il TT: chi lo avrebbe mai detto fino a qualche anno fa? Domenica più difficile del previsto per Jorge Martin, che salva baracca e burattini con un quinto posto comunque dignitoso. In crescita anche Alex Marquez, che regala la sesta piazza al team Gresini davanti a Luca Marini. A terra Enea Bastianini e Fabio Digiannantonio, mentre erano in top-10. In ogni caso, un altro week-end positivo per la Ducati, vicinissima al bis iridato.

APRILIA 7 – Podio scacciacrisi per Aleix Espargaro, che riporta l’Aprilia là dove merita. Lo spagnolo sfrutta un’ingenuità di Binder, ma non ruba nulla, perché è autore di una gara da vero uomo squadra, oltre che da campione. Del resto ad Assen l’anno scorso fece una delle gare più incredibili della sua carriera. Con quello di domenica, sale a 9 podi in MotoGP, 8 con l’Aprilia. Peccato per Maverick Vinales, che si lancia nella sabbia mentre risaliva come una furia. Anche lui era da podio? Non lo sapremo mai.

KTM 6,5 – Brad Binder ne combina una delle sue. Anzi due. In prova e, soprattutto, in gara è un “animale”. Partenze a fionda, progressioni da fenomeno. Poi il calo di gomme, che al sabato e alla domenica gli costa un paio di posizione ma non il podio. Sia nella sprint che nel GP lungo passa sotto la bandiera a scacchi in terza posizione, ma due piccolissime (e insignificanti) escursioni sul “verde” durante l’ultimo giro di entrambe le gare vanificano due podi strameritati. Le regole sono regole, ok, ma sono regole ingiuste, che non tengono in considerazione il buon senso. Cosa ha guadagnato Brad con quei millimetrici tagli di chicane? Nulla. Ad ogni modo, il sudafricano si conferma un top rider. Finisce invece nella ghiaia la domenica di uno sprecone Jack Miller. In un GP con soli 14 moto al traguardo, vanno a punti perfino i piloti della GASGAS: Adrian Fernandez (10°) e Jonas Folger (14°) muovono la classifica. Ma senza le numerose cadute lì davanti, molto probabilmente entrambi sarebbero andati in vacanza con un doppio zero. La buona notizia è il ritorno nel paddock di Pol Espargaro, che dopo la pausa estiva potrebbe rientrare in pista.

YAMAHA 5 – Il terzo podio di Fabio Quartararo nella sprint race del sabato, peraltro ottenuto in condizioni fisiche precarie, è un piccolo-grande miracolo sportivo del francese. Su un circuito dove il motore conta meno, El Diablo tira fuori il classico coniglio dal cilindro e torna ad affacciarsi nelle zone nobili della classifica. Peccato per la gara di domenica, cominciata con una partenza da gambero e finita al terzo giro con una scivolata che coinvolge l’incolpevole Johann Zarco e costa a Fabietto un altro infortunio. Tempi grigissimi per Iwata, che deve accontentarsi del modesto nono posto di Franco Morbidelli, che nel frattempo flirta con il team Gresini per avere anche lui una Ducati nel 2024. Come gli altri discepoli di Valentino.

HONDA 2 – Situazione imbarazzante. Il migliore è Taka Nakagami, ottavo al traguardo. Sarebbe anche un buon risultato, se non fosse che davanti a lui si sono stesi in cinque o in sei. Stefan Bradl, sostituto di Alex Rins, perde la sfida dei collaudatori con Lorenzo Savadori. Poca gloria anche per Iker Lecuona, a terra dopo una gara comunque dignitosa. Capitolo a parte per Marc Marquez, che non parte nemmeno. La sua situazione è da tregenda: negli ultimi tre anni ha saltato un’infinità di gare per infortunio. Ad Assen c’è ma è come si non ci sia: sofferente, con la testa altrove. Venerdì è lentissimo, sabato tampona Bastianini che procede a 20 all’ora fuori traiettoria. Nella sprint sparisce dai radar. Domenica non si esce nemmeno dal motorhome. La Honda, da parte sua, convoca una conferenza stampa per annunciare che nel 2024 non tratterrà piloti scontenti. Cioè Marc e Joan Mir. E la nuova moto non si vede all’orizzonte. Ormai è il caos più totale. E stiamo parlando della Honda.

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