La scuola svizzera

La Svizzera, si sa, non ha un buon rapporto con le gare motoristiche. Nel Paese non si possono organizzare corse con veicoli a motore. C’è solo un altro Paese in tutto il mondo in cui è in vigore lo stesso divieto: Israele. La Svizzera vieta le corse dal 1955, in seguito al disastro durante la 24 Ore di Le Mans nel quale morirono 84 spettatori e altri 120 rimasero feriti. E’ considerata la più grande tragedia nella storia delle corse. Sul territorio elvetico, quindi, non è possibile (almeno per il momento) organizzare gare. I piloti di questo Paese, quindi, per poter competere devono emigrare sin da piccoli all’estero, magari nella vicina Italia, che in fatto di gare su due o quattro ruote a motore ha una tradizione secolare.

Cioccoluthi

Ma nonostante i divieti imposti dalle autorità, ci sono stati diversi piloti svizzeri che sono riusciti a emergere nel Motomondiale. Fra tutti Thomas Luthi, campione del mondo della 125 nel 2005. Tom ha corso nel Motomondiale fino alla stagione 2021, disputando 318 Gran Premi iridati e vincendone 17. Ha corso in tutte le categorie, compresa la MotoGP, dove però, nell’unica stagione disputata, non ha ottenuto nemmeno un punto. Un anno buio che non cancella i 20 trascorsi tra cilindrata minore e classe intermedia, che l’hanno visto a lungo protagonista.

Randy e Jason

Un altro pilota svizzero che si è messo in luce nel nuovo millennio è stato Randy Krummenacher, già campione della Supersport nel 2019. Randy ha corso in 125 e in Moto2, ottenendo un podio nel Gran Premio di Catalogna del 2007. Agli ottimi esordi non sono seguiti i risultati che ci si aspettava, ma la sua resta comunque una carriera di buon livello. In totale sono stati 384 i punti incamerati nel Motomondiale, ai quali vanno aggiunti i 50 in Superbike, dove ha corso nella sola stagione 2007. Una menzione la merita anche Jason Dupasquier, il 19enne franco-elvetico prematuramente scomparso l’anno scorso al Mugello. Jason ha fatto in tempo a correre solo 20 gare, andando a punti nelle ultime cinque. Stava crescendo e presto sarebbe diventato un protagonista della Moto3. Il destino ha deciso diversamente.

La stella

E arriviamo all’attuale “stella” del motociclismo made in Svizzera. Il 31enne Dominque Aegerter è l’attuale leader della Coppa del Mondo riservata alle moto elettriche. Già vice iridato nel 2021, dopo un infuocato finale con Jordi Torres a Misano, Aegerter si sta dimostrando quest’anno l’uomo da battere alla sua terza partecipazione alla categoria. In questa stagione ha già collezionato una vittoria, due podi e un quarto posto. Risultati che lo collocano in testa alla classifica con otto punti di margine sul brasiliano Eric Granado e 17 su Mattia Casadei. Dominque è il campione del mondo in carica della Supersport 600. L’anno scorso, infatti, corse sia in questa categoria che in MotoE, sfiorando un clamoroso bis. E anche quest’anno sta facendo la stessa cosa, con i medesimi risultati. Per quanto concerne il Motomondiale, il numero 77 vanta una lunga militanza, iniziata nel lontano 2006 con l’Aprilia 125 e terminata (almeno per ora) nel 2020 in Moto2 con NTS. In mezzo ha corso con vari team vincendo quattro Gran Premi e salendo per 18 volte sul podio. Insomma, una carriera di tutto rispetto che potrà riservargli altre soddisfazioni.

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