Romano Fenati, io ballo da solo

Forse non diventerà mai un campione del mondo, ma quel che è certo è che Romano Fenati sta lasciando un segno indelebile nel libro del Motomondiale. Nel bene e nel male. Di lui si è parlato tante volte, forse troppe. Quando nel 2012, appena 16enne, sbarcò nel circus iridato fece da subito vedere grandi cose. Primo nei test invernali, sul podio al debutto in Qatar, vittoria e giro più veloce al secondo GP, in Spagna. Ancora sul podio al Mugello e a Misano: evidentemente l’aria di casa lo ispirava.

Da quella stagione d’esordio a oggi sono trascorsi quasi dieci anni. In mezzo c’è stato di tutto: le quattro vittorie del 2014, l’ingresso nella VR46, il litigio con Uccio dello Sky Racing Team, il titolo di vicecampione del mondo nel 2017 con un’altra squadra, il passaggio in Moto2 con Snipers, il licenziamento per il fattaccio di Misano con Manzi, le voci di un ritiro e infine la rinascita in Moto3, con le vittorie in Austria e a Misano (ancora lei!).

DOMINIO ASSOLUTO – Domenica si è chiuso un cerchio. Perché quella ottenuta in Inghilterra non è stata una vittoria “normale”. A Silverstone Romano ha rinfrescato la memoria a chi troppo presto si era dimenticato di lui, chiudendo la sua foto in un polveroso album di ricordi. Il pilota di Ascoli ha dominato dalle prime prove del venerdì alla corsa di domenica. Primo nelle libere, nelle qualifiche, nel warm-up e in gara. In Moto3 è raro assistere a un “monopolio” del genere. La classe minore del Motomondiale ci ha abituati a un continuo rimescolamento delle carte. Basti pensare che in Inghilterra i due piloti che si contendono il Mondiale sono scattati dalle ultime caselle della griglia e in gara hanno sportellato per guadagnare qualche punto.

PODIO TRICOLORE – Romano, invece, si è staccato subito dal gruppo trascinando con sé l’ottimo Niccolò Antonelli, al rientro da un brutto infortunio. “Nelli” ha retto al ritmo forsennato dell’ascolano fino a pochi chilometri dal traguardo, quando poi ha rallentato e difeso il piazzamento d’onore dal ritorno di Dennis Foggia, a completare un podio tutto tricolore. Il romano, in rotta con Leopard e in odore, come il vincitore, di passaggio Moto2, ha battuto per pochi millesimi il rookie Izan Guevara, quarto e al miglior risultato della carriera.

Quinto il giapponese Suzuki, che in volata ha bruciato Masia e Binder. Ottavo il turco Oncu, che ha preceduto Riccardo Rossi (scattato dalla prima fila) e lo spagnolo Tatay. Solo 11° Pedro Acosta, leader del Mondiale. Peggio di lui ha fatto Sergio Garcia, fuori da punti: il distacco tra i due spagnoli è salito a 46 punti. Fenati (a -69) resta virtualmente in corsa per il titolo. Appuntamento ad Aragon, tra dieci giorni.

ORDINE D’ARRIVO – 1. Fenati, 2. Antonelli, 3. Foggia, 4. Guevara, 5. Suzuki, 6. Masia, 7. Binder, 8. Oncu, 9. Rossi, 10. Taty, 11. Acosta, 12. McPhee, 13. Sasaki, 14. Salac, 15. Rodrigo, 17. Nepa, 20. Surra.

CLASSIFICA DEL MONDIALE – Acosta 201, Garcia 155, Fenati 132, Foggia 118, Masia 105, Binder 95, Antonelli 87, Sasaki 71, Rodrigo 62, Alcoba 60.

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