Red Bull gasata, sprofondo rosso

Checo d’Arabia, Ferrari di rabbia: si può riassumere così il secondo Gran Premio stagionale. Le pagelle del lunedì.

Red Bull 10 – Red Bull sempre più gasata! Il Mondiale potrebbe già finire qui per “manifesta superiorità” dei bibitari austriaci. Dopo la doppietta in Bahrain, la lattina più veloce del mondo mette le ali anche a Jeddah, ma a posizioni invertite. Max Verstappen rompe in qualifica e Sergio Perez ne approfitta per firmare pole e vittoria davanti al bi-campione. Un week-end di gloria per il messicano, dopo due anni da comprimario e qualche schermaglia con il “predestinato”. Nel finale di gara Checo d’Arabia contiene la rimonta di Max e accarezza, almeno per qualche giorno, il sogno iridato. Verstappen ha un nemico in casa. L’olandese volante fa di necessità virtù e si accontenta del secondo posto (e del giro veloce all’ultimo respiro, giusto per conservare la leadership e mettere in chiaro chi comanda nel box): il massimo dopo i fantasmi del sabato.

Aston Martin 9 – Ormai lo sanno anche i sassi che ha “copiato” dalla Red Bull. Ma che male c’è? E’ un reato? No. Da sempre in Formula 1 si cerca di clonare le cose che funzionano e di imitare le idee di chi vince. Ma l’Aston Martin va forte anche perché ha un pilota che ci sa fare, nonostante le 42 primavere sulle spalle. Fernando Alonso sta vivendo una seconda giovinezza. E’ allegro, spensierato. E ha il piede pesantissimo. Finalmente è capitato nel team giusto al momento giusto. Chissà se Sebastian Vettel, davanti alla tivù, si sta mordendo le mani. Alonso conquista (nonostante una penalità di 5 secondi) il secondo podio di fila. Tanta sfortuna, invece, per Lance Stroll, costretto al ritiro mentre era in zona top-5.

Mercedes 6,5 – In Germania già parlavano di progetto da buttare nel cassonetto dell’immondizia. Nel frattempo a Jeddah, George Russell sfiora il podio (accarezzato per qualche ora prima che i commissari annullassero la penalità inflitta ad Alonso) e Lewis Hamilton chiude quinto alle sue spalle, ma davanti a entrambe le Ferrari che sulla carta dovevano essere dei razzi con le ruote. La Mercedes è la terza forza del Mondiale, dietro all’inafferrabile Red Bull e al suo clone Aston Martin. Nulla per cui festeggiare, sia chiaro, ma nemmeno da strapparsi i capelli per la disperazione. A Stoccarda si lavora duro per risalire la china e agguantare almeno la piazza d’onore.

Ferrari 4 – A Maranello ormai è psicodramma. Roba da analista. Charles Leclerc, sempre più abbacchiato, fa i salti mortali in qualifica ma viene retrocesso 12° per una penalità e la sua gara è già compromessa prima ancora che cominci. Lui ci mette cuore e testa e rimonta fino al settimo posto, per poi accordarsi dietro ai tubi di scarico del compagno Carlos Sainz. Nelle strategie Charles sembra Paperino: cambia le gomme e un giro più tardi entra la safety car. Una triste costante per il monegasco, imbrigliato in una Rossa che cambia gli uomini al vertice come fosse biancheria intima ma resta sempre uguale a se stessa. L’ultimo titolo è lontano quasi 15 anni. Solo un caso?

Alpine 6,5 – Senza Alonso (e Piastri), l’Alpine avrebbe potuto sprofondare nei bassifondi della griglia. E invece va a punti sia con Esteban Ocon che con Pierre Gasly. Al momento è la quinta forza del campionato.

Haas 6 – Kevin Magnussen e Nico Hulkenberg stanno svolgendo bene il compitino. Il danese agguanta un punto d’oro e l’impressione è che il team possa crescere ancora.

Alfa Romeo 5 – Inizio molto deludente.

McLaren 4 – Oscar Piastri mette la monoposto arancione sulla nona casella della griglia con qualifiche da urlo, ma un contatto alla partenza lo costringe a una sosta imprevista e dire addio alla zona punti. Finisce 15° davanti a uno spento Lando Norris.

AlphaTauri 5,5 – Yuki Tsunoda perde il duello con la Haas per il punticino del decimo posto. Nyck De Vries non pervenuto.

Williams 6 – Non le si chiedono miracoli, ma ha fatto un passo indietro rispetto al Bahrain.

Direzione gara 2 – Spedire in pista la safety car per una macchina (quella di Stroll) parcheggiata al di là delle transenne è un insulto all’intelligenza dei tifosi. Che ne hanno le… tasche piene di provvedimenti che servono solo a rimescolare le carte mortificando il talento. A cosa serve spingere come forsennati per guadagnare un decimino se poi la gara viene neutralizzata per un sassolino in pista?

ORDINE D’ARRIVO

1. Sergio PEREZ (Red Bull Racing), 2. Max VERSTAPPEN (Red Bull Racing) +5.355 (giro più veloce), 3. Fernando ALONSO (Aston Martin) +20.728, 4. George RUSSELL (Mercedes) +25.866, 5. Lewis HAMILTON (Mercedes) +31.065, 6. Carlos SAINZ (Ferrari) +35.876, 7. Charles LECLERC (Ferrari) +43.162, 8. Esteban OCON (Alpine) +52.832, 9. Pierre GASLY (Alpine) +54.747, 10. Kevin MAGNUSSEN (Haas F1 Team) +64.826, 11. Yuki TSUNODA (AlphaTauri) +67.494 , 12. Nico HULKENBERG (Haas F1 Team) +70.588, 13. Guanyu ZHOU (Alfa Romeo) +76.060, 14 Nyck DE VRIES (AlphaTauri) +77.478, 15. Oscar PIASTRI (McLaren) +85.021, 16. Logan SARGEANT (Williams) +86.293, 17. Lando NORRIS (McLaren) +86.445, Rit. Valtteri BOTTAS (Alfa Romeo), Rit. Alexander ALBON (Williams), Rit. Lance STROLL (Aston Martin).

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