C’era una volta l’armata tedesca

C’era una volta la scuola tedesca. Un’armata di assi del volante che ha segnato due epoche. Da Michael Schumacher a Nico Rosberg, passando per Sebastian Vettel: tre nomi che, insieme, hanno vinto 12 Mondiali piloti. Sette li ha messi in bacheca il “Barone Rosso”, che prima ha firmato una doppietta iridata con la meteora Benetton (1994-1995) e poi è stato capace di riportare il titolo in Ferrari 21 anni dopo Jody Scheckter, monopolizzando i primi cinque Mondiali del nuovo millennio. Pagine indelebili, pennellate da quello che a ragione è considerato uno dei piloti più veloci e influenti del motorismo a quattro ruote. A raccogliere l’eredità di Schumi è stato un suo allievo: Sebastian Vettel. Il pilota di Heppenheim ha dominato tra il 2010 e il 2013, inanellando quattro titoli consecutivi, tutti con l’imbattibile Red Bull. Seb ha provato a seguire le orme del maestro, accettando la sfida Ferrari in un momento non facile per Maranello. Ha fallito l’obiettivo di vincere il Mondiale, ma ci è andato vicino, salendo tre volte sul podio iridato. Nel frattempo, un altro tedesco coronava il sogno di una vita. Nico Rosberg, figlio d’arte, vinceva il Mondiale del 2016, prima di annunciare il ritiro dalle corse. Una decisione clamorosa che ha spiazzato tutti, ma che ha alimentato il suo mito. Nico è stato l’ultimo campione teutonico ad aggiudicarsi il titolo piloti. Poi solo titoli Costruttori, grazie all’imbattibile Mercedes. Ma qui parliamo di guidatori, non di macchine.

L’incredibile Hulk

Con il ritiro di Vettel, che a 35 anni ha appeso il casco al chiodo, e con Mick Schumacher, figlio di Micheal, “parcheggiato” ai box in attesa di un possibile rientro nel circus dal 2024, della vecchia armata tedesca è rimasto poco o nulla. A rappresentare la Germania nel prossimo campionato sarà il solo Nico Hulkenberg, “riesumato” dalla Haas dopo un lungo letargo. Hulk, che di incredibile ha soltanto il soprannome, ha corso in F.1 per sei team: Williams, Force India, Sauber, Renault, Racing Point e Aston Martin. Ma nonostante la lunga militanza nella massima serie automobilistica, non è mai salito sul podio. In 181 partenze, ha ottenuto come miglior risultato tre quarti posti. Nel suo non proprio invidiabile curriculum vanta una pole position e due giri veloci. Nico prenderà il posto proprio di Mick Schumacher, appiedato dalla Haas per mancanza di risultati. Sarà stata la scelta giusta?

I numeri

Sono sette i piloti tedeschi ad aver vinto almeno un Gran Premio di Formula 1. In cima alla classifica c’è Michael Schumacher con 91 successi. Il sette volte campione del mondo, nel corso della sua lunga carriera (1991-2012, con tre anni sabbatici), ha disputato 307 gare, salendo 155 volte sul podio e firmando 68 pole. Alle sue spalle c’è Vettel, in attività dal 2007 al 2022: ha vinto 53 GP su 299 partenze, con 122 podi e 57 pole position. Terzo gradino del podio per l’altro iridato Nico Rosberg (2008-2016), che in 206 corse ha trionfato in 23 occasioni, scalando il podio 57 volte e siglando 30 partenze al palo. Dietro il figlio di Keke, ecco un altro “parente d’arte”: Ralf Schumacher (1997-2007). Per Schumi junior 6 successi in 180 GP, oltre a 27 podi e a sei pole. Tre vittorie per Heinz-Harald Frentzen (1994-2003) in 156 corse. Per l’ex pilota di Sauber, Williams, Jordan, Prost e Arrows anche 18 podi e due pole. Wolfgang von Trips (1957-1961) ha tagliato il traguardo davanti a tutti in due occasioni. Prima di morire a Monza il 10 settembre del 1961 dopo appena 27 GP, è salito sul podio complessivamente sei volte e ha timbrato un giro veloce. Tra i tedeschi vincitori almeno una volta c’è anche Jochen Mass (1973-1982). Ci riuscì nel 1975 in Spagna. Per lui 105 corse e otto podi. Nessun successo per Nick Heidfeld (2000-2011) in 183 gare (due in meno di Hulkenberg), ma 13 podi e una pole.

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