Paperi e moto: un’avventura nella MX!

Paperino si cimenta in una delle prove più massacranti del mondo: il Grande Motocross della Sierra. Una rombante storia a due ruote.

13 Ottobre 1974: esce il settimanale Topolino n. 985. La prima storia ha come titolo “Paperino e il motocross della “Sierra”, scritta da Osvaldo Pavese e disegnata da quel gran maestro di Giorgio Cavazzano. Un’avventura in motocross.

Sono gli anni d’oro del pilota motociclistico Giacomo Agostini, uno dei più titolati del Motomondiale, a quota 15 titoli iridati. I tre nipotini di Paperino, Qui ,Quo e Qua, urlano a gran voce il nome del loro eroe su due ruote: “Evviva Tangostini!”, la versione disneyana del campione in carne e ossa.

In breve la storia è questa.

Paperino in partenza sulle dure ruote MX

Paperino è invidiosissimo di Tangostini, tanto più che i suoi nipotini lo imitano nei loro giochi a bordo di bici nel giardino. “Dovranno ricredersi, diventerò un campione”, Sono sicuro che saprei fare meglio di quel Tangostini! Se solo avessi una motocicletta” pensa tra sé e sé il papero, dirigendosi deciso dallo Zione. Il quale, a sorpresa, decide di dargli ragione, lo qualifica pilota e partono insieme alla volta della Grande Sierra.

Paperino aggiusta la sua due ruote per riprendere la gara

Il nostro papero sale in sella alla moto numero 1 e scatta per primo seguito dagli altri concorrenti, che partono dopo alcuni minuti, come il regolamento del motocross prevede. La corsa di Paperino subisce sabotaggi da parte di due anonimi (acqua saponata, deviazioni stradali e incidenti) e di aiuti spesso grotteschi da parte di simpatici ma irrequieti latino-americani, che lo chiamano continuamente señor.

Infine, grazie a un “cicchetto” (leggasi tequila) versato nel serbatoio da un vecchietto pescatore, Paperino sgomma come un forsennato e finalmente arriva al traguardo.

Ultimo, ma con la gioia dello Zio Paperone. Già, perché ha dimostrato che la sua moto, nonostante tutte le terribili prove affrontate (volute a tavolino) è arrivata indenne al traguardo. Il tutto per la stipula di un milionario contratto pubblicitario.

Alla fine non c’è dubbio: il vincitore è sempre quel furbo dello Zione.

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