Il mondo dei motori si mobilita per l’Ucraina

Ferrari, Nissan, Suzuki, Toyota. Sono solo quattro dei marchi motoristici che si sono attivati in questi giorni per sostenere il popolo ucraino in questo momento drammatico. Maranello ha fatto una donazione di un milione di euro. I fondi sono destinati alla Regione Emilia-Romagna che, in collaborazione con Croce Rossa e UNHCR, li impiegherà per instituire progetti umanitari internazionali a sostegno dell’Ucraina e per l’accoglienza dei profughi presso il proprio territorio. Saranno poi devoluti aiuti all’Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano e Formigine per sopperire alle esigenze degli ucraini che verranno ospitati nell’area vicina alla sede della società. Inoltre, vista la situazione in atto, la Ferrari ha deciso di sospendere la produzione di veicoli destinati al mercato russo fino a nuovo avviso. Ha dichiarato Benedetto Vigna, Ceo dell’azienda di Maranello: “Ferrari è vicina alla popolazione ucraina in questo terribile momento storico. Mentre speriamo in un rapido ritorno al dialogo e in una soluzione pacifica, non possiamo rimanere inermi di fronte alle sofferenze dei civili colpiti. A loro vanno i nostri pensieri e la nostra solidarietà. Siamo pronti a fare la nostra piccola parte a fianco di quelle istituzioni che portano un sollievo concreto al dramma umanitario”.

Nissan, invece, ha istituito un fondo da due milioni e mezzo di euro a supporto della popolazione Ucraina colpita dalle conseguenze della guerra. Un milione sarà destinato alla Croce Rossa e ad altre organizzazioni no profit per sostenere attività di emergenza sanitaria e per altre forniture essenziali. I restanti 1,5 milioni saranno destinati ai dipendenti Nissan e alle loro famiglie nella regione, per coprire i costi di trasferimento, per il sostentamento agli sfollati, per le spese mediche e l’assistenza speciale per i bambini. I dipendenti Nissan e i partner che lo desiderano potranno contribuire direttamente al fondo speciale denominato “Nissan Care”s con donazioni monetarie o di beni come cibo e vestiti.

Il Ceo di Nissan, Makoto Uchida, ha dichiarato: “La tragedia ucraina sta colpendo ampie fasce della popolazione, compresi i membri della nostra stessa famiglia Nissan. Abbiamo creato un fondo per dare un aiuto e contribuire agli sforzi internazionali per rispondere a questa immensa crisi umanitaria”. Anche Nissan ha sospeso le esportazioni dei propri veicoli in Russia.

Anche Suzuki Italia è toccata nel profondo dalle recenti notizie di guerra e ha deciso attivarsi per aiutare in maniera concreta la popolazione ucraina coinvolta nel conflitto. La filiale italiana della Casa di Hamamatsu ha donato 100mila euro all’Unicef per sostenere il suo impegno umanitario a favore dei bambini che soffrono a causa della guerra. L’Organizzazione utilizzerà tali fondi per raggiungere chi ha più bisogno, fornendogli acqua, coperte, cure mediche di base, kit per l’igiene personale e assistenza psicosociale. Suzuki Italia promuove poi una raccolta fondi tra i suoi dipendenti e i suoi collaboratori. L’importo raggiunto sarà raddoppiato dall’azienda e destinato a pagare alloggi in cui ospitare famiglie ucraine che abbiano dovuto lasciare la loro nazione. Numerosi membri del personale hanno però voluto compiere un gesto ancor più significativo. Tanti lavoratori hanno segnalato la loro disponibilità ad accogliere presso le rispettive famiglie i colleghi di Suzuki Ucraina o altre persone in difficoltà, dimostrandosi pronti a impegnarsi in prima persona per garantire a chi oggi è in pericolo, vicinanza e serenità.

Pure Toyota è in prima linea per fornire assistenza umanitaria a colore che stanno soffrendo. Più di 1.700 dipendenti ucraini lavorano nelle fabbriche europee della multinazionale giapponese, principalmente in Repubblica Ceca e Polonia. Sin dai primi giorni del conflitto, l’azienda ha organizzato trasferimenti, predisposto alloggi e reso possibile l’accesso ai servizi medici e amministrativi per le famiglie dei dipendenti costretti a fuggire dall’Ucraina. Toyota ha inoltre donato due milioni e mezzo di euro.


          
        

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